Domani dalle 17 la rete «RiderXidiritti organizza un’assemblea nazionale online – la prima fu tre anni fa a Labàs a Bologna – e lancerà una giornata di sciopero e mobilitazione a fine marzo per ottenere il riconoscimento dello statuto da lavoratori subordinati e l’abolizione del cottimo per i ciclofattorini che consegnano cibo a domicilio eterodiretti dall’algoritmo delle piattaforme digitali. La piattaforma organizzativa è semplice: rifiuto del «contratto truffa di Assodelivery e UGL» e sì a un monte ore garantito, a paghe orarie e diritti agganciati al contratto nazionale, quello della logistica in particolare.

«Le mobilitazioni di ottobre e novembre hanno costretto il governo Conte 2 a riconvocare il tavolo tra le parti sociali e riaprire la trattativa sul contratto – afferma Tommaso Falchi (Riders Union Bologna) – Ora, con il nuovo governo, è necessario riprendere la mobilitazione. Nelle città continua ad essere applicato il contratto Ugl, le paghe sono diminuite. Invitiamo a partecipare tutti coloro che si stanno muovendo dallo spettacolo ai precari della suola, operatori sociali, i braccianti. Vogliamo creare una convergenza tra le differenti lotte, il tentativo è aprirci e contaminarci».

Alla rete «RidersXidiritti» «partecipano movimenti sindacali diversi – aggiunge Falchi – dalle Unions auto-organizzate ai sindacati di base e confederali, l’importante è che si condividano i punti della piattaforma e si allarghi la mobilitazione nel modo più ampio possibile». «Stiamo ricevendo molte adesioni da parte dei lavoratori sia delle città maggiori che delle altre come Carpi, Monza, Messina o Pescara». Con Assodelivery, l’associazione imprenditoriale che raccoglie le principali aziende del settore da Deliveroo a Glovo, i contatti proseguono sporadicamente, in particolare su una trattativa a proposito di un protocollo sulla sicurezza dei ciclofattorini. «Ma su punti importanti come il salario e il monte ore garantito non ci sono avanzamenti – aggiunge Falchi – La loro posizione è che i rider sono “lavoro autonomo” e la paga è a cottimo. Molto è cambiato in questi mesi: in tribunale ci sono cause vinte e Just Eat assumerà come dipendenti molti rider. È importante, c’è una trattativa in corso, ora va definito il tipo i contratto subordinato che vogliono adottare. Loro hanno proposto quello del “multiservizi”, noi chiediamo quello della logistica, la paga va agganciata al contratto. Ed è importante la transizione: tutti i rider che già lavorano per Just Eat devono essere assunti a tempo indeterminato dalla stessa azienda». E al neo-ministro del lavoro Andrea Orlando cosa dicono i rider? «Dopo tre anni dalla prima convocazione del tavolo – risponde Falchi – abbiamo perso la fiducia nei governi, i passi avanti sono avvenuti a livello territoriale e alle lotte tutele reddito e Welfare. Vogliamo azioni concrete».

Per partecipare all’assemblea cliccare su questo link: https://forms.gle/3fbV1cSCTSeyyRgR7