«Abbiamo cominciato a lavorare da qualche minuto e ho già chiesto ai gruppi parlamentari di indicare i loro rappresentanti per convocare in settimana l’Ufficio di presidenza e far cominciare i lavori al più presto. Faremo il calendario delle audizioni, sceglieremo quali saranno i filoni di indagine a cui dare la priorità e lo faremo in un lavoro di grande condivisione. Perché credo che fare piena luce su questa vicenda sia interesse in primo luogo del Paese e di tutte le forze politiche. E tale responsabilità è stata dimostrata anche oggi nella prima seduta. Il nostro obiettivo è arrivare a chiudere il nostro lavoro il prima possibile ed entro la scadenza prevista dei 12 mesi».

Erasmo Palazzotto, deputato Leu, ha intenzione di non perdere neppure un minuto, nel lavoro che lo attende alla Commissione bicamerale d’inchiesta sulla morte di Giulio Regeni, insediatasi ieri, della quale è stato nominato presidente.

La strada è tutta in salita, perché da quanto il giovane ricercatore friulano venne rapito, il 25 gennaio 2016, torturato e ucciso (il suo cadavere venne ritrovato il 2 febbraio) in Egitto, le autorità del Paese mediorientale non hanno mai collaborato con quelle italiane alla ricerca della verità. E ancora meno per assicurare alla giustizia i responsabili. Ma, spiega il 37enne Palazzotto, «l’idea con la quale siamo arrivati a definire l’istituzione di questa Commissione è quella di ricostruire in primo luogo la verità storica e politica sull’uccisione di Regeni».

Nessuna ambizione, dunque, di riuscire ad arrivare laddove non è riuscita neppure la procura di Roma capitanata da Giuseppe Pignatone. «Abbiamo un grande lavoro politico da fare, lo stiamo cominciando – ha aggiunto l’esponente di Leu – troveremo sicuramente la strada anche per cooperare con l’Autorità egiziana».

A Erasmo Palazzotto e ai vicepresidenti della Commisione, Paolo Trancassini (FdI) e Debora Serracchiani (Pd), sono arrivate le congratulazioni del presidente della Camera, Roberto Fico, e di tutto l’arco politico e istituzionale. E gli auguri per un compito che, ha affermato Fico, sarà «duro e importante».