Ora è tutto nelle mani del ministero dell’Economia. Cassa Depositi e Prestiti sta preparando la due diligence, l’analisi dei conti per valutare lo stato di Autostrade per l’Italia e stabilire il valore dell’aumento di capitale a lei dedicato che – non prima di fine settembre – ne farà il principale azionista.
Sarà questo il primo passo dell’ingresso di Cdp nel capitale della società, con una quota del 33% attraverso un aumento di capitale valutato tra i 3 e i 4 miliardi: tutto dipenderà dalla valutazione di Aspi, che oscilla tra i 6 e i 10 miliardi. Con questa operazione, oltre ad Atlantia (che attualmente possiede l’88% di Aspi) si diluiranno anche i soci esteri: i tedeschi di Allianz con i francesi Edf e dall’altra parte i cinesi dfdi Silk Road).
Mentre fra i nuovi azionisti che – con il beneplacito di Cdp – acquisteranno a prezzo fissato il 22% di Atlantia si staglia il fondo americano Blackstone. Il terzo passo sarà lo scorporo di Aspi da Atlantia con l’assegnazione ai soci delle azioni di Autostrade che potranno tenersi o vendere. L’ultimo e fondamentale passo per la nascita dalla public company sarà la quotazione in Borsa di Aspi, non prima della primavera del 2021. La nuova compagine dovrebbe vedere Cdp e gli investitori con il 55%, mentre i Benetton (con Edizione) avranno l’11% (senza rappresentanza in consiglio di amministrazione), gli attuali soci di minoranza (Allianz e Silk Road Fund) poco meno dell’8%. A quel punto chi vorrà aumentare o diminuire la propria quota potrà farlo acquistando azioni sul mercato.
Che i tempi non saranno brevi lo conferma anche la nota con cui il ministero dei Trasporti ha chiesto ad Autostrade per l’Italia la presentazione, entro il 23 luglio, del piano economico finanziario nel quale siano riportati puntualmente tutti gli elementi anticipati dal concessionario nella proposta transattiva mandata al consiglio dei ministri di martedì notte. Sarà ancora l’attuale management – l’ad Roberto Tomasi – a gestire questo passaggio.
Poi ad aumento di capitale effettuato, sarà Cdp a scegliere nuovi amministratori. «L’accordo nei prossimi mesi prevede che Cdp entri con una partecipazione, ci saranno nuovi investitori e la quotazione in borsa. Il complesso degli azionisti – ha sottolineato la ministra Paola De Micheli – sceglierà con grande oculatezza chi guiderà l’azienda per renderla più efficiente e rendere le autostrade più sicure. Già l’attuale azionista Atlantia – ha ricordato – aveva sostituito i manager dopo l’evento del ponte Morandi. Le aziende – ha concluso – hanno bisogno di scegliere manager di livello, cosa che Cdp è capacissima di fare».
Ieri intanto prese di beneficio in Borsa a Milano su Atlantia dopo la corsa del giorno precedente: il titolo ha concluso in calo del 5,2% a 13,73 euro. Per la controllante di Autostrade per l’Italia scambi forti ma in frenata: nella seduta sono passate di mano 7,5 milioni di azioni, contro gli oltre 17 milioni di mercoledì.
Nel governo intanto si punta ad allargare il «modello public company». Il ministro Stefano Patuanelli pensa a Tim: «altrettanto sarà fondamentale la presenza dello Stato nella gestione della rete unica per la digitalizzazione del paese». Il dossier che chiama in causa prima di tutto Tim e Open Fiber è da tempo sul tavolo dell’ad di Cassa Depositi e prestiti che, ricorda lo stesso Patuanelli rispondendo in question time al Senato, è già peraltro impegnata attraverso Open Fiber, dove Cdp è già insieme a Enel azionista di riferimento e nello stesso azionariato di Tim con il 9,89 per cento.
E un altro dossier viene considerato «in via di soluzione»: è quello di Arcelor Mittal Italia. «In queste settimane abbiamo definito i dossier su Banca popolare di Bari, Alitalia, Autostrade e stiamo per chiudere quello sull’Ilva di Taranto», annuncia il premier Conte. Ma i sindacati Fim- Fiom – Uilm hanno perso la pazienza e chiedono a gran voce una convocazione.