L’esultanza dei 5 Stelle e la soddisfazione del Pd e di Leu quasi si toccano con mano dopo la soluzione del caso Autostrade, per una operazione governativa che rivendica l’interesse pubblico su un bene – 3.000 chilometri di rete autostradale – che era stato dato in concessione ma che è sempre restato di proprietà statale. Sull’altro fronte una destra a corto di argomenti accusa l’esecutivo di “esproprio” e di “nazionalizzazione”, e vede Matteo Salvini parlare delle code in Liguria, come se queste dipendessero dal governo e non dall’attuale gestione di Aspi.
Quanto alla revoca “che non ci sarebbe stata”, altro cavallo di battaglia del leader leghista (ma anche della renziana Raffaella Paita…), a Salvini risponde il ministro Gualtieri: “Quella di Autostrade è una privatizzazione che non è andata bene, e giustamente la revoca è stata sul tavolo, ed è sul tavolo se non si finalizzerà l’accordo sulle linee che sono state definite”. Una puntualizzazione auspicata del vicesegretario dem Andrea Orlando: “L’ipotesi della revoca deve restare”. E ribadita da Luigi Di Maio: “Fino a quando non verrà concluso il negoziato l’ipotesi della revoca resterà”.
Un soddisfatto Luigi Zingaretti, al Tg3 serale, riepiloga politicamente quanto accaduto nella notte: “Le scelte e i risultati del governo sulla vicenda Aspi sono molto positivi per l’Italia – sintetizza il segretario dem – è stato premiato il lavoro di squadra, la fermezza del presidente Conte che ha indicato una strada, il grande impegno di tutti i ministri, la collaborazione fattiva di tutte le forze di maggioranza anche nei passaggi più difficili. Avanti così, e ora ci si impegni sul dossier Ilva”. E anche Goffredo Bettini, padre nobile del partito, plaude al premier: “Il risultato del governo è innanzitutto il risultato della tenacia e del rigore di Conte. Davvero complimenti”.
Il diretto interessato condivide i meriti (“il risultato non è mio ma del governo”), e poi Conte puntualizza: “Tensione c’è stata solo con la controparte, che nel giro di qualche giorno ha fatto arrivare ben quattro proposte. In realtà il governo ha affermato un principio, in passato calpestato. Il suo compito è stato quello di contestare le gravi violazioni contrattuali e la cattiva gestione di cui si è resa responsabile Aspi, e impedire che i privati possano continuare ad avvantaggiarsi di una concessione totalmente squilibrata a loro favore, sia dal punto di vista giuridico che economico”.
Musica per le orecchie del M5S, che non mancano di togliersi qualche sasso dalla scarpa e gettarlo contro la Lega: “Un ottimo risultato – chiosa ancora Luigi De Maio – impensabile fino a un anno fa, quando nella precedente esperienza di governo c’era chi continuava ogni giorno a mettersi di traverso”. Più diretto Alessandro Di Battista: “Salvini è un pavido, tanto da aver fatto cadere il primo governo Conte proprio per timore di dover prendere una posizione su autostrade e Benetton”.
Anche alla sinistra del Pd c’è soddisfazione: “Una buona soluzione che riporta al primo posto l’interesse pubblico – osserva Loredana De Petris – la decisione di negoziare con fermezza e difendendo alcuni paletti insuperabili, invece di cedere alle pressioni di Atlantia, si è dimostrata quella più giusta e proficua”. E Federico Fornaro aggiunge: “Le immagini delle code e dei disagi che da settimane arrivano dalle tratte attorno a Genova sono la fotografia di una gestione della concessionaria finalizzata unicamente ad aumentare gli utili d’impresa”.
Ma attenzione, avverte ancora il dem Orlando: “Tempi, costi, condizioni e strumenti pubblici utilizzati nell’operazione andranno, una volta messe nero su bianco, analizzate con grande attenzione”. E non manca infine un’osservazione più generale: “Ho trovato semplicemente ridicole le grida di dolore di opinionisti e politici, perché, altrimenti ‘in Italia non verranno più gli investitori’. Gli investitori in Italia non vengono perché ci sono le mafie, la corruzione, una pubblica amministrazione lenta e macchinosa e altro ancora. Con gli utili fatti nell’ambito delle autostrade, a fronte di un rischio di impresa praticamente nullo, gli investitori si trovano anche su Marte”.