In “zona Cesarini” e al culmine di un dissidio che dura ormai da mesi e che si sta trasformando in scontro aperto con molti sindaci e amministratori del Lazio e dell’Abruzzo che hanno deciso di tornare a protestare domani nei caselli dell’A24/A25 contro il nuovo «salasso» (+19%) di inizio anno, a danno degli utenti di un’autostrada tra le più care e insicure d’Italia, il ministro Danilo Toninelli cerca una via d’uscita.

Il Ministero dei Trasporti ha annunciato ieri un’imminente «sterilizzazione» dell’aumento dei pedaggi «su gran parte della rete autostradale», e in particolare sulla Strada dei Parchi, appunto, e sulle arterie gestite da Autostrade per l’Italia. Per altre concessionarie, fa sapere il Mit, «si arriverà invece a ritocchi minimi e i gestori hanno comunque assicurato che d’ora in poi sarà valutato in modo puntuale, ogni anno anziché ogni cinque anni, il rapporto tra tariffe, andamento dei prezzi e investimenti».

Per placare le ire di un centinaio di sindaci abruzzesi e laziali in lotta contro il caro pedaggi e per la sicurezza dell’Autostrada dei Parchi, nell’ottobre scorso il ministro M5S aveva promesso: «Ora cambieremo i termini della concessione». «Promesse disattese», sostengono ora gli amministratori locali, che, unite al «lungo silenzio che oramai accompagna le richieste di incontro», suonano «come l’ennesima beffa». Perciò nei giorni scorsi hanno deciso di riprendere le manifestazioni, la prima delle quali domani, 31 dicembre, presso il casello di L’Aquila ovest.

Toninelli però non l’ha presa bene e venerdì è passato al contrattacco: «Si dimettessero se si vergognano di quanto hanno fatto i loro capi politici. Se la prendano con loro – ha scritto in una nota – Ora è facile, da sindaci, fare la parte dei difensori dei cittadini. Ma dove erano, in quale piazza, sotto quale Ministero quando i loro leader legavano le mani allo Stato e lasciavano gli utenti delle autostrade in balia dei gestori? Il Governo del cambiamento sta invertendo i rapporti di forza. Lo Stato torna a fare lo Stato».

Secche le risposte dei sindaci che hanno bollato come «vergognose» le accuse di Toninelli e hanno rispedito al mittente la ricostruzione dei fatti e l’invito: «Non prendiamo lezioni da chi ha creato un danno d’immagine alle infrastrutture abruzzesi mettendo in scena un balletto surreale sulla tenuta dei piloni delle autostrade», ha detto il sindaco di Navelli, Paolo Federico, chiedendo al ministro di stare ai fatti e prendersi le proprie responsabilità.

Richiesta indirettamente espressa anche dalla stessa Strada dei Parchi che ieri ha fatto sapere, tramite l’ad Cesare Ramadori, di aver congelato per tre mesi il rincaro del 19% sui pedaggi delle A24/A25: un «salasso» a cui si sarebbe arrivati sommando l’aumento del 12,8% entrato in vigore l’1 gennaio 2017 e bloccato da Toninelli per il trimestre ottobre-dicembre 2018, e il 5,8% in più che sarebbe scattato dal prossimo primo gennaio. Ramadori però ricorda che l’Anas, dopo aver sottoscritto un accordo «per il differimento al 2028 del versamento delle rate 2018 e 2019 che dobbiamo quale prezzo della concessione», ha accampato «la pretesa di applicare sul valore delle rate posticipate, pari a 112 milioni di euro, un tasso di interesse del 6% annuo al posto del tasso legale». Nel 2017, ricostruisce l’ad, «il Parlamento ci autorizzò a differire il pagamento di altre 2 rate Anas di identico valore per finanziare parte degli interventi urgenti cosiddetti “antiscalinamento”».

Ora che le due autostrade avrebbero bisogno di lavori per la messa in sicurezza antisismica (opere imposte dal 2012, dopo il terremoto dell’Aquila, e mai realizzate) la società concessionaria chiede l’immediato intervento di Toninelli per l’approvazione del nuovo Piano economico finanziario (dove è previsto lo stanziamento di 2 miliardi per il mega progetto di risanamento) e perché eserciti il proprio «ruolo di vigilante sull’Anas». La cui richiesta, afferma Ramadori, «frutto di un calcolo speculativo commendevole», «costerebbe alla collettività (cioè agli utenti delle A24/25, ndr) ulteriori 73 milioni di euro».