Rinviata assai probabilmente a dopo le elezioni europee, la partita dell’autonomia regionale rafforzata non smette di dividere 5 Stelle e Lega. Ieri dai grillini è partita l’accusa alla ministra leghista degli affari regionali, Erika Stefani di stare procedendo alle nomine dei componenti delle commissioni paritetiche stato-regioni senza consultare gli alleati. «La sua credibilità e la fiducia rischiano di venire meno». Le commissioni sono un organismo consultivo che esiste già per le regioni dotate di autonomia speciale e che potranno crearsi anche per quelle che acquisiranno l’autonomia rafforzata. Ma, ha replicato agevolmente Stefani che evidentemente non ha ancora proceduto ad alcuna nomina formale, «l’eventuale commissione paritetica potrà essere costituita solo dopo l’approvazione del parlamento dell’intesa tra stato e regione». E ha assicurato che la nomina avverrà «su indicazione dei ministri competenti». Il sito del ministero guidato da Stefani, però, informa che la nomina dei componenti della commissione per la parte statale spetta «per consuetudine costituzionale» al presidente del Consiglio e, per sua delega, solo alla ministra per gli affari regionali.