È considerato terroristico il movente dell’uomo che ieri, alle 7.40 del mattino, al volante di un’auto di media cilindrata davanti a Westminster, ha invaso la corsia opposta investendo una quindicina di ciclisti fermi al semaforo, per poi schiantarsi contro le barriere protettive davanti i cancelli del parlamento, un ingresso solitamente riservato ai visitatori.

Uno dei poliziotti in servizio all’entrata ha fatto appena in tempo a scampare alla traiettoria scavalcando la barriera.
Tre i feriti tra i ciclisti, per fortuna non gravi.

Il bilancio avrebbe potuto essere ben più pesante, data la velocità del veicolo, che pare viaggiasse attorno agli 80 chilometri orari ed è sobbalzato nell’urto finale contro le pesanti strutture protettive, introdotte dopo l’attacco terroristico del 7 luglio 2005.

Tempo nemmeno un minuto e gli agenti di polizia, che presidiano in modo permanente e massiccio la piazza – centro nevralgico del potere politico e mediatico della capitale, già oggetto recente di un altro attacco nel marzo 2017 dove avevano perso la vita sei persone – erano attorno all’auto e hanno arrestato l’uomo.

Non se ne sa ancora granché: 29 anni, di origine africana, cittadino britannico residente a Birmingham, non starebbe collaborando con la polizia che per ora non rende nota la sua identità. Non era noto al servizio segreto Mi5 o alle unità antiterrorismo.

Nella zona, già pesantemente presidiata, sono immediatamente confluiti altri agenti, anche se i lavori parlamentari sono sospesi per la pausa estiva. La stazione locale della metropolitana è rimasta chiusa tutto il giorno, come il resto della zona, meta turistica tra le più amate della capitale.

Theresa May, in pausa estiva sui sentieri svizzeri, ha espresso solidarietà alle vittime e gratitudine alla polizia per il tempestivo intervento. Una sessione del comitato speciale antiterrorismo Cobra si è tenuta ieri in sua assenza: la prima ministra non rientrerà comunque a Londra.

Il sindaco Sadiq Khan ha espresso parole di condanna per «ogni atto terroristico contro la nostra città», mentre il leader laburista, Jeremy Corbyn, ha lodato il coraggio delle forze dell’ordine.

Come già in passato, immancabile anche il cinguettio trumpiano su una Londra piagata da immigrazione e terrorismo. Il presidente americano, evidentemente ossessionato dall’«allogenia» di Khan, stavolta si è astenuto dall’attaccare il sindaco musulmano, limitandosi a raccomandare il pugno di ferro contro «questi pazzi animali».