Ieri sono iniziati i negoziati ufficiali tra il vincitore delle elezioni Sebastian Kurz (Oevp) e il leader dell’ultradestra Heinz Cristian Strache (Fpoe) per la formazione di un nuovo governo. Insieme Popolari e Fpoe dispongono di 113 seggi su 183, mai dal ’45 in poi la destra è stata così forte in Austria, e così a destra. Dopo tre ore si è concluso il primo incontro, con dichiarazioni di entusiasmo reciproco. Del resto ampie sono le convergenze tra il ministro degli esteri uscente e la Fpoe su migranti, riduzione delle tasse, reddito di cittadinanza, controllo dei confini. I negoziati per un programma comune di governo, che verrà elaborato fin nei dettagli, non si concluderanno prima di natale.

Il presidente della repubblica Alexander van der Bellen ha già chiarito che approverà solo un governo di pronunciata fede pro europea, un punto che potrebbe presentare delle difficoltà, e una lista di ministri all’altezza dei loro compiti. In caso di fallimento dei negoziati i socialdemocratici (Spoe) sono disponibili a sostenere dall’esterno un governo di minoranza di Kurz solo.

IN CONTEMPORANEA con i primi negoziati, a Vienna sono iniziate le prime proteste di piazza. «Nessun potere di governo per ambienti di estrema destra e neonazisti», lo striscione dell’organizzazione antirazzista Sos-Mitmensch (sos-prossimo) ha accolto H.C. Strache in procinto di incontrare Kurz. Da 10 giorni la ong austriaca gira la città con una mostra itinerante che evidenzia l’intreccio di rapporti tra la Fpoe e gli ambienti neonazisti, la faccia impresentabile della Fpoe che in campagna elettorale è rimasta nascosta. Allo scopo è stato rinviato a primavera prossima l’incontro internazionale delle destre estreme di Linz previsto per questo settembre. L’anno scorso la Fpoe vi partecipò insieme a gruppi neonazisti, e fece clamore. Al centro della denuncia di Sos-Mitmensch, il giornale di area Aula che ospita articoli di stampo neonazista e insieme pubblicità della Fpoe in reciproca simbiosi. Un autore di Aula, Hannes Amesbauer, è tra i nuovi ingressi in parlamento, ingressi che sono tutti sconcertanti con una massiccia presenza di membri delle Burschenschaften, le corporazioni studentesche combattenti che si basano sull’ideologia della Volksgemeinschaft, comunità di popolo, concetto etnico razzista basato sull’origine. 21 dei 51 deputati della Fpoe fanno parte di quelle organizzazioni, da H.C. Strache a Norbert Hofer in giù. Non era mai accaduto. Nel 2000, al primo esperimento di governo nero-azzurro di corporati ne erano solo 8. Joerg Haider aveva eliminato il concetto di comunità di popolo dal programma del partito, nel nuovo programma del 2011 è stato reintrodotto da H.C. Strache e Norbert Hofer. Malgrado le apparenze più moderate, le dichiarazioni contro l’antisemitismo, in realtà la Fpoe è andata più a destra. E sta per andare al governo.

Sos Mitmensch ha annunciato mobilitazioni di piazza e convocato la stampa per ricordare la vera natura della Fpoe. Sarà affiancata da Bernhard Weidinger, esperto di estremismo di destra del Centro di documentazione della resistenza austriaca (Doew), e da Hans Henning Scharsach autore di La presa di potere silenziosa. Hofer, Strache e le Burschenschaften (KM edizioni 2017).

IL COMITATO MAUTHAUSEN ha raccolto un dossier di 60 recenti «casi singoli» di razzismo di esponenti di vario grado della Fpoe: dalle ingiurie contro exdeportati del campo a quelle dirette contro «Mister Carinzia» austriaco di origine iraniano. Rudolf Gebhard, un sopravvissuto al campo di Theresienstadt, ha girato un video dove spiega la natura delle Burschenschaften che nelle proprie liste d’onore degli iscritti conserva ancora i nomi di criminali di guerra.

Ma perché la questione Fpoe e ambienti neonazisti è rimasta fuori dalla campagna elettorale? «Forse perché ormai c’è assuefazione per queste cose che da anni si ripetono – risponde Weidinger del Doew – E poi c’è troppo delega da parte delle persone alla magistratura che persegue il reato di riorganizzazione e propaganda nazista, ma non fa i conti con l’estrema destra». Per Hanns Henning Scharsach, «il maggiore successo della Fpoe è stato di presentare la problematizzazione del suo rapporto con il neonazismo come una questione del passato, e non del presente».

Forte è la preoccupazione di un possibile ministro degli interni della Fpoe che ha già rivendicato quel posto. Riserve su una scelta simile ha manifestato anche il presidente della repubblica Alexander van der Bellen, che dovrà approvare la lista dei ministri.