Ieri l’attesissima sentenza del tribunale di Vienna: Heinz-Christian Strache, ex vicecancelliere ed ex leader del partito di estrema destra austriaco Fpoe, figura di spicco di quella europea, è stato condannato per corruzione. 15 mesi con la condizionale.

Ancora da semplice deputato, l’ex capo del “partito degli onesti” aveva intascato finanziamenti al partito in cambio della modifica di una legge per favorire il proprietario di una clinica privata di bellezza, Walter Grubmueller, condannato a un anno. Da deputato Strache aveva proposto la modifica, da vicecancelliere nel 2018 l’ha potuta varare permettendo a quella clinica di attingere ai fondi pubblici in precedenza preclusi. La giudice Claudia Moravec-Loidolt ha spiegato la pena bassa inflitta con i bassi importi (12.000 euro) coinvolti.

La condanna, in primo grado, è solo l’inizio, esultano i promotori del referendum anti corruzione e l’opposizione di socialdemocratici (Spoe) e Neos. Infatti dopo lo scandalo del video da Ibiza, che ha terremotato la politica austriaca, la procura anti corruzione di Vienna ha avviato indagini a 360 gradi che investono il primo governo di Sebastian Kurz, governo di coalizione del partito popolare (Oevp) con la Fpoe di H.C. Strache.

Il video di Ibiza, pubblicato nel maggio 2019, segnò la fine della carriera di Strache. Il filmato di 7 ore, una gigantesca trappola, lo mostrava in una villa di Ibiza raggirato dalla presunta nipote di un miliardario russo a promettere appalti e la vendita di mezzo paese: investimenti in nero in cambio di finanziamenti e sostegno. Il video provocò la crisi di governo ed elezioni anticipate. Così, dal dicembre 2019 Kurz governa in una coalizione con i Verdi.

Nel gennaio 2020 è stata istituita una commissione di inchiesta parlamentare sull’Ibiza-gate e sulla corruzione del governo turchese-blu (unione della nuova Oevp ribaltata da Kurz con la Fpoe). Quello che doveva essere «il nuovo stile», secondo la propaganda del governo Kurz 1, tra indagini della commissione parlamentare e della procura, si è rivelato però una spartizione di potere e di posti. Almeno a giudicare dalle chat pubblicate che segnano un livello di degrado mai visto in Austria. Sono infatti indagati lo stesso Kurz per falsa testimonianza, il suo attuale ministro delle finanze Gernot Bluemel già oggetto di perquisizione domiciliare, e quello precedente Hartwig Loeger.

Kurz dal canto suo ha tentato di limitare il potere della magistratura ma è stato bloccato dalla ministra della giustizia verde Alma Zadic. Quello della giustizia è l’unico campo dove si è notata la presenza dei Verdi nel nuovo esecutivo. Il «meglio dei due mondi», come fu presentato il programma di governo comune, si è rivelato nella realtà di un mondo solo, quello di Kurz, come mostrato anche ora dal vergognoso rifiuto di accoglienza dei profughi afghani.