Incentivi della legge di stabilità e Jobs Act, in marzo le assunzioni sono aumentate, soprattutto quelle a tempo indeterminato. Secondo i dati del ministero del Lavoro sulle comunicazioni obbligatorie infatti, nel mese le attivazioni totali di nuovi contratti sono state 641.571 a fronte di 549.273 cessazioni con un saldo positivo di 92 mila contratti.

I nuovi rapporti a tempo indeterminato, trainati dagli sgravi contributivi, e probabilmente, in parte, anche dal contratto a tutele crescenti (entrato in vigore il 7 marzo), sono stati 162.498, il 49,5% in più rispetto a marzo 2014 (erano 108.647) e 31 mila in più rispetto a quelli di questo tipo che si sono chiusi nel periodo.

I tempi indeterminati a marzo sono stati il 25,3% delle attivazioni totali, mentre erano appena il 17,5% a marzo 2014.

«Sono dati confortanti – commenta il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella – naturalmente sono ancora iniziali. E bisogna prenderli con cautela».

Per il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, «aumentano i contratti a tempo indeterminato, mentre si riducono tutte le altre tipologie, in particolare le collaborazioni a progetto. Quindi almeno un obiettivo, far cambiare il mercato del lavoro, l’abbiamo raggiunto».

Una visione che la Cgil non condivide «Dati dell’ufficio di stampa e propaganda», dice Susanna Camusso. E di «propaganda» parla anche Maurizio Landini (Fiom).

Carmelo Barbagallo (Uil) invita ad attendere i dati disaggregati, mentre per Annamaria Furlan (Cisl) «si conferma che la nostra linea è giusta».