Ieri sono stati registrate 9 vittime di Covid-19 e 379 nuovi casi positivi al coronavirus. Un numero così elevato di nuovi casi non si registrava in maniera stabile dall’inizio di giugno. Su base settimanale, il numero medio giornaliero di nuovi casi è passato dai 190 di due settimane fa ai 278 di oggi.

POTREBBE ESSERE il segnale allarmante del ritorno del virus osservato anche in Spagna, Francia, Germania e Regno Unito, dove il premier Boris Johnson ha rinviato di due settimane l’avvio della fase due. O forse no, a leggere l’ultimo rapporto settimanale sul monitoraggio pubblicato ieri dall’Istituto Superiore di Sanità e dal Ministero della salute, decisamente più cauto: «la trasmissione nel nostro paese è stata sostanzialmente stazionaria nelle scorse settimane». L’indice di trasmissione Rt è pari a 0,98. Più alto di una settimana fa ma pur sempre inferiore a 1, la soglia che indica un contagio in espansione.
L’epidemiologo Gianni Rezza, che guida le attività di prevenzioni del ministero, ostenta tranquillità: «Il numero dei casi di Covid-19 nel nostro Paese è in lieve aumento anche se resta contenuto con un Rt di poco al di sotto dell’unità. In molte regioni abbiamo diversi focolai» che partono spesso – spiega – da casi importati dall’estero. «Ciò è abbastanza atteso dal momento che l’epidemia sta galoppando nel mondo e siamo circondati da Paesi in cui i numeri di casi stanno aumentando. Per fortuna, al momento, il nostro sistema sembra reggere bene e i focolai vengono immediatamente identificati e contenuti». Come mai i casi aumentano ma l’indice Rt, così significativo per gli esperti, resta entro i limiti di guardia?

I MOTIVI sono principalmente due. Il primo è il ritardo necessario al consolidamento dei dati comunicati dalle regioni: l’indice pubblicato dall’Iss si riferisce alla settimana 20-26 luglio, e non incorpora gli aumenti degli ultimi giorni. Il secondo riguarda il modo in cui si rilevano i nuovi casi. La loro crescita si riferisce soprattutto a quelli asintomatici, rilevati attraverso i test sierologici e l’attività di screening. Il calcolo di Rt effettuato dall’Iss si basa invece sui soli casi sintomatici, sostanzialmente stabili su scala nazionale. Non si tratta di un «trucco» contabile per abbellire i dati: serve a depurare l’analisi dell’andamento dell’epidemia dall’attività di screening che, da un giorno all’altro, può oscillare per esigenze sanitarie.

ANCHE IL RAPPORTO settimanale mostra però una situazione definita «estremamente fluida» e diversa da regione a regione. Sono 7 quelle in cui l’indice Rt calcolato su base regionale è superiore a 1: si tratta di Trentino-Alto Adige, Veneto, Liguria, Emilia-Romagna, Lazio, Campania e Sicilia. La regione in cui il contagio accelera di più è il Veneto, dove Rt vale 1,66 e in cui nelle ultime 24 ore sono stati registrati 117 nuovi casi. In Basilicata e Sardegna, invece, Rt è praticamente nullo. Altro segnale di allarme: nella settimana di riferimento i focolai di trasmissione sono stati 736, di cui 123 nuovi. Segno che la circolazione del virus è decisamente attiva. Il numero di persone ricoverate però è sostanzialmente stabile.
Ieri è stato autorizzato dall’Agenzia Italiana per il Farmaco l’avvio della fase 1 della sperimentazione del vaccino sviluppato dall’azienda farmaceutica romana ReiThera. Il test su 90 volontari si svolgerà tra Roma e Verona e servirà a valutare la sicurezza del vaccino. Se la sperimentazione avrà successo, l’azienda conta di fornire 6 milioni di dosi nei primi mesi del 2021, grazie alla collaborazione con la tedesca Leukocare e alla belga Univercells.