Barack Obama è pronto a firmare un decreto con cui si vieta ogni tipo di discriminazione contro gay lesbiche e transgender che lavorano per l’amministrazione federale (le aziende che lavorano con il governo impiegano circa 16 milioni di persone). Per trovare una legge federale americana con un bando così esplicito bisogna tornare al 1965, quando Lyndon B. Johnson mise al bando le compagnie in affari con il governo che discriminavano i lavoratori per motivi razziali.

Il presidente Obama, di fronte alle resistenze del Congresso, è dunque sempre più intenzionato ad agire per conto proprio almeno nel settore di sua competenza, quello federale. A fare pressioni sulla Casa Bianca la leader dei democratici alla Camera Nancy Pelosi e il senatore Tom Harkin.

La mossa – spiega il sito americano «Huffington Post» – è una chiara indicazione del fatto che l’amministrazione è pronta ad agire in difesa dei diritti della comunità lgbt nel caso che il Congresso non dovesse passare l’Employment Non-Discrimination Act», che renderebbe illegale in tutta l’America il licenziamento a causa dell’orientamento sessuale o l’identità di genere di un lavoratore. Approvato al Senato, il progetto di legge è bloccato dalla maggioranza repubblicana alla Camera nonostante gli appelli da parte della Casa Bianca. E ci sono scarsi segnali che i deputati lo riprendano in considerazione in previsione delle elezioni di midterm di questo autunno.