A Gela Domenico Messinese del Movimento 5 Stelle ha battuto con il 65% il sindaco uscente Angelo Fasulo. L’esponente dem correva come candidato renziano con il sostegno del governatore Rosario Crocetta (due volte sindaco di Gela). La vittoria grillina è stata conquistata con molta spregiudicatezza. Alla vigilia del ballottaggio il terzo classificato del primo turno, Enzo Greco, esponente di Ncd, ha organizzato un comizio in piazza Umberto (con tanto di foto dei due insieme) per sancire il sostegno al candidato grillino contro il Pd, nonostante l’alleanza di ferro in parlamento e i guai piovuti sul partito di Angelino Alfano con l’inchiesta Mafia capitale. Nessun imbarazzo tra i pentastellati, che preferiscono parlare di endorsement e non di accordo.

Le strane alleanze hanno funzionato anche a Enna. Lo ha spiegato il coordinatore regionale di Forza Italia, Vincenzo Gibiino: «A Gela il popolo di Fi ha l’interesse a sostenere al ballottaggio il candidato grillino Domenico Messinese. A Enna invece i grillini hanno l’interesse a rompere il sistema Crisafulli votando per il candidato moderato Maurizio Dipietro». Una strategia che ha affondato la macchina da guerra di Vladimiro Crisafulli, noto come «il Barone rosso», battuto da Dipietro che ha totalizzato il 51,8%. Una vittoria a sorpresa, ottenuta con il sostegno del centrodestra, per l’ex esponente dem espulso dal partito dopo una battaglia interna proprio contro Crisafulli. Il Barone rosso era finito nella lista degli impresentabili alle politiche 2013 per le sue grane giudiziarie (un processo per abuso d’ufficio e un’indagine per mafia), il nuovo corso renziano aveva provato a metterlo da parte ma nessun nome nuovo ha interrotto la disfida tra i due.
Con i pentastellati che vincono anche ad Augusta, Crocetta fa autocritica: «Collaborerò lealmente con tutti i sindaci a prescindere dalla loro collocazione politica. Sono pronto ad avviare una politica di investimenti nelle aree industriali di crisi».

L’exploit dei 5 Stelle è, secondo Crocetta, l’espressione del malcontento dei lavoratori e dei disoccupati ma è anche «un campanello d’allarme per il governo nazionale. Occorre che il Pd faccia una profonda riflessione».