Audrey Azoulay, 45 anni, ex ministra della Cultura di François Hollande, è stata eletta ieri sera direttrice generale dell’Unesco e succede alla bulgara Irina Bokova. L’elezione sarà confermata il 10 novembre dai 193 stati membri. Azoulay era l’outsider della competizione: ha battuto al quinto voto il favorito, il candidato del Qatar Hamad Al-Kawari, 69 anni, dopo aver battuto ai supplementari, giovedi’ sera, l’egiziana Moushira Khattab – che all’inizio della tornata elettorale era tra i favoriti – con la quale era arrivata ex aequo alla quarta tornata elettorale.

L’elezione della nuova direttrice generale dell’Unesco ha dovuto far fronte, giovedi’, all’annuncio del ritiro degli Usa e di Israele dall’agenzia dell’Onu dedicata all’educazione, la scienza e la cultura. La personalità di Audrey Azoulay ha messo tutti d’accordo: è parigina, ma la famiglia è ebrea di origine marocchina (il padre è stato consigliere del re Hassan II). I paesi arabi avevano rivendicato la testa dell’Unesco, in nome del fatto che l’agenzia dell’Onu, nata nel ’45, è sempre stata diretta da occidentali (e da un asiatico e un africano). Ma i paesi arabi non sono riusciti a mettersi d’accordo e il Qatar, in conflitto con i vicini del Golfo, ha usato troppo il grimaldello delle lobby e del denaro. Adesso, di fronte a Audrey Azoulay c’è la grande difficoltà di sormontare le difficoltà politiche (accuse di eccessiva politicizzazione dell’organizzazione da parte degli Usa) e finanziarie (gli Usa abbandonano nel 2018, ma non pagano regolarmente la quota dal 2011).

a.m.m.