Anthony Fauci, il virologo della task force della Casa bianca sul coronavirus, ha partecipato all’audizione in Senato per fare il punto sulla gestione della pandemia. A testimoniare, oltre a Fauci erano presenti anche il direttore dei Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie, Cdc, Robert Redfield, il sottosegretario alla Salute Brett Giroir e il commissario per la Food and Drug Administration, Fda, Stephen Hahn.

Gli esperti, come molti politici, sono intervenuti da casa e solo pochi senatori erano fisicamente al Congresso. «Sono preoccupato quando vedo gli Stati riaprire troppo presto – ha detto Fauci – Se gli Stati saltano le linee guida federali per le riaperture si vedranno piccoli picchi trasformarsi in focolai. Non si tratta solo di riaprire al momento giusto, ma anche di avere la capacità di rispondere alle emergenze quando le infezioni ritornano».

Fauci non ha indorato la pillola: sì, ci sarà una seconda ondata, no il virus non se ne andrà da solo, al momento ci sono otto vaccini in varie fasi di sviluppo e si spera di sapere a inizio inverno se avranno successo, ma non è detto che funzionino.

Interrogato riguardo il ritorno degli studenti nei college, in autunno, Fauci ha risposto: «Cerco di essere realista. Dobbiamo mettere gli studenti al sicuro e non saranno al sicuro finché non ci sarà un vaccino».

L’audizione è diventata velocemente un rodeo politico. Fauci si è dovuto difendere dagli attacchi dei senatori repubblicani, in special modo da quello del libertario Rand Paul, che si è presentato in aula senza mascherina in quanto, avendo avuto il coronavirus, si considera immune.

«Non sei la fine del tutto – ha detto Paul – Non sei quello che può prendere le decisioni, la storia mostrerà che questa pandemia era piena di previsioni sbagliate. I bambini dovrebbero tornare a scuola in autunno, i tassi di mortalità infantile a New York si avvicinano a 0».

«Io sono uno scienziato – ha risposto Fauci – Il mio compito è dare consigli, non mi occupo di economia, non ho risposte. Ciò che so è che non conosciamo niente di questo virus, non sappiamo cosa faccia ai bambini. In Cina ora ci sono casi su bambini con sintomi che ancora non abbiamo circoscritto, né siamo riusciti a studiare».

La modalità aggressiva è stata usata anche dai democratici. Il senatore del Connecticut e astro nascente del partito, Chris Murphy, si è rivolto al direttore del Cdc Redfield: «Lavori per un presidente che ha dirottato gli Stati sulla riapertura e hai fornito una guida criminalmente vaga. Dici che ‘presto’ ci saranno direttive: presto non è una data molto utile».

Bernie Sanders ha chiesto a Fauci se il numero delle vittime che al momento in Usa ammonta a 81mila, non sia sottostimato e incassata la risposta affermativa del virologo ha dovuto faticare non poco per avere dal Senato, dal Cdc e dalla Fda, uno straccio di impegno affinché i cittadini americani, una volta che il vaccino sarà disponibile, lo possano avere gratuitamente.

Elizabeth Warren, ha puntato il dito sulla condotta vaga di Trump: «Il presidente deve smettere di fingere che se le ignora le cattive notizie spariscono. Il tempo per il pensiero magico è finito. Il presidente deve riconoscere che la risposta federale è stata insufficiente e che più persone stanno morendo di conseguenza».

Il problema della mancanza di un numero di test adeguati è stato sollevato in modo bipartisan: il senatore repubblicano ribelle Mitt Romney ha affermato che riguardo il numero di test c’è poco di che festeggiare e che se gli Usa ne hanno fatti più della Corea del Sud è perché «lì il virus si è fermato mentre da noi no».