La sinfonia è cambiata per le 59 lavoratrici e lavoratori dell’Auditorium Parco della Musica di Roma. Lo scorso 4 aprile la «Rear Multiservice Group» è subentrata a «Best Union Company Spa» e «National Service Srl», aggiudicandosi la gara d’appalto su invito con l’offerta maggiormente vantaggiosa per erogare – nei prossimi tre anni – i servizi di guardiania, sicurezza non armata e accoglienza. Servizi che fino a pochi giorni fa erano inquadrati nelle categorie turismo e multiservizi, mentre la lettera d’assunzione proposta dalla Rear non fa riferimento ad alcun tipo di contratto collettivo nazionale offrendo una paga base orari di 5,37 euro lorde. Inoltre, il nuovo appalto prevede un taglio del monte ore lavorative del 28,3% rispetto al contratto precedente; la cancellazione della quattordicesima e la riduzione delle ore di permesso retribuite.

«La proposta della Rear non è peggiorativa solo dal punto di vista salariale, a essere compromessi sono anche i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori che senza la clausola di salvaguardia rischiano di essere licenziati nel prossimo cambio di appalto. Verrebbe danneggiata anche l’agibilità sindacale se la riassunzione avvenisse con le regole del Jobs Act» spiega Anna De Marco, Segretaria Generale Filcams Cgil di Roma Nord e Civitavecchia.

Il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti e il sindaco di Roma Virginia Raggi hanno preso l’impegno di verificare tutte le carte. Zingaretti ha chiesto «di produrre tutti gli atti necessari affinché si vada incontro alle apprensioni che si sono generate dopo l’assegnazione del nuovo bando di gara».

Nel frattempo, i lavoratori proseguiranno lo sciopero ad oltranza e giovedì prossimo De Marco incontrerà i rappresentanti della Rear chiedendo il ripristino delle condizioni contrattuali precedenti, anche perché. «L’Auditorium non può coprire i prossimi eventi mantenendo l’attuale monte ore stabilito. Negli anni precedenti è stato possibile garantire tutti i servizi grazie all’assunzione di 15 interinali a cui è stata retribuita la banca ore con la cessazione del contratto».

La Rear sostiene, invece, che non si tratta di una gara al ribasso e che la paga oraria ammonta a 7,16 euro, non a 5,37 come dicono i sindacati. La cooperativa sostiene di volere «concordare con i lavoratori l’applicazione della clausola di flessibilità e di mettere a disposizione di chi è già contrattualizzato le eventuali ore eccedenti a quelle già previste dal bando».