Il respiro come un mondo da indagare, dove è avvenuto un crimine, ma non ci sono indizi evidenti: è ambiziosa la prospettiva di Francesco Massaro, strumentista, improvvisatore, compositore, qui nella veste di autore per la sola traccia d’apertura e poi puro interprete di sette pezzi scritti appositamente per lui da musicisti italiani, tra i quali segnaliamo Gianni Lenoci, già collaboratore di Roscoe Mitchell. Sax baritono ed un’elettronica appuntita, rabdomante, materica e sottile ad aggiungere sale e mistero. Un altrove dove il jazz, l’elettroacustica e la contemporanea si incontrano, a tentoni, in un buio quasi sinfonico. Memorie del New Jazz Meeting di Steve Lacy con i fantasmi per giradischi di Philip Jeck, silenzi densi, attese, squarci ,fughe, agguati. Un’apnea in un universo scabro,pieno di forme di vita imprendibili, perfette per dire l’intraducibile e ciò che non può essere portato alla luce.