È il tredicesimo attentato commesso in Francia negli ultimi tre anni, il quinto con un’arma bianca: sabato sera, Khamzat Azimov, di origine cecena, ha accoltellato a morte un giovane di 29 anni e ferito 4 persone, nel quartiere dell’Opéra. L’attentato è stato rivendicato dallo Stato islamico sul sito Amaq, ma sembra essere una rivendicazione opportunista. L’attentatore è stato ucciso dalla polizia. È il primo attentato in Francia di una persona legata alla Cecenia (il primo ministro ceceno Ramzan Kadyrov ha accusato la Francia, dove il terrorista «è cresciuto e ha formato la sua personalità»). Azimov, nato nel ’97 è stato naturalizzato nel 2010 assieme alla madre (che, come il padre e un amico di infanzia, era ancora ieri in stato di fermo).

Subito, la destra ha aperto le polemiche. Azimov era schedato «S», come radicalizzato. Era stato interrogato di recente dai servizi in relazione a una ragazza pronta a partire per la Siria. Laurent Wauquiez, presidente dei Républicains, accusa il governo di «cecità» e «inazione». Marine Le Pen ingiunge di «impedire a queste bombe a scoppio ritardato di nuocere sul suolo francese». È una polemica ricorrente. Ma la schedatura «S» serve per controllare a loro insaputa persone sospette, che non hanno ancora commesso reati. Un intervento preventivo di repressione è illegale e controproducente.
I servizi segreti spiegano che prevenire attacchi individuali è molto difficile, tanto più se viene usato un coltello, arma alla portata di tutti.

Emmanuel Macron dovrebbe a breve chiarire come sarà organizzata la lotta alla diffusione della propaganda jihadista. Wauquiez ha chiesto una riunione di tutti i capi partito, accusando il presidente di «settarismo», perché sordo ai suggerimenti della destra.