È intervenuto il neo presidente della Repubblica italiana sull’attacco al museo di Tunisi, condannando gli «atti barbari» a cui hanno dovuto assistere anche nostri connazionali. Tre di loro sono stati uccisi, mentre sarebbero almeno sei i feriti.

Esprimo, prosegue la nota, «a nome mio personale e di tutto il popolo italiano, la più netta e ferma condanna per un gesto vile e odioso, commesso ai danni di persone inermi, in spregio alle più elementari norme di convivenza civile e rispetto della vita umana».

Il premier Matteo Renzi e il ministro degli esteri Gentiloni, in giornata, si sono detti in costante contatto con le autorità tunisine, per capire l’esatto numero dei morti nell’attacco al museo Bardo. C’era da sapere – soprattutto – se davvero tra le vittime, che dovrebbero essere almeno 22, ci fossero anche italiani. In serata la conferma circa le tre vittime morte nell’agguato.

Tra i morti, secondo quanto comunicato dal governo di Tunisi, anche spagnoli, francesi, polacchi e tedeschi. Parigi ha immediatamente solidarizzato con la Tunisia, stigmatizzando la ferocia dell’attacco terroristico. È giunta anche la voce di Lady Pesc, Federica Mogherini. Ieri, nel primo pomeriggio, Mogherini aveva parlato apertamente di Isis. Solo in serata il suo comunicato è stato modificato, riferendosi a un generico «gruppo di terroristi».

Dall’Isis, infatti, non sarebbe arrivata alcuna dichiarazione ufficiale. «Non siamo al corrente del coinvolgimento di cittadini americani» nell’attacco al museo del Bardo di Tunisi, ha invece riferito la portavoce del dipartimento di Stato Usa, Jen Psaki. Psaki ha inoltre confermato che l’ambasciata degli Stati Uniti a Tunisi, che si trova a circa 10 miglia dal luogo dell’attacco, sarebbe restata aperta.

Dalla politica italiana si è fatto sentire anche Casini. «Si colpisce la Tunisia e non a caso: è un Paese in cui gli esiti della primavera araba hanno portato a un consolidamento delle istituzioni democratiche, a libere elezioni e a un Parlamento democratico e funzionante. Si colpisce proprio la Tunisia perché è un Paese fondamentale per la stabilità del Mediterraneo». Lo ha scritto in una nota in quanto presidente della Commissione Affari esteri del Senato, che ieri pomeriggio ha chiamato l’Ambasciatore della Repubblica di Tunisia in Italia, Naceur Mestiri, per esprimergli la vicinanza e la solidarietà della Commissione. «La reazione della comunità dei popoli liberi – ha proseguito la nota – deve portare al rafforzamento delle relazioni bilaterali con quel Paese e a varare finalmente una politica di vicinato, degna di questo nome, coi Paesi mediterranei».

Nella giornata di ieri era trapelata anche la notizia che una delle vittime potesse essere una torinese (ipotesi poi smentita in serata). Per questo sull’attacco di Tunisi è intervenuto anche il sindaco del capoluogo piemontese. Quello che è successo oggi a Tunisi «porta a ribadire quanto la lotta al terrorismo internazionale sia di assoluta priorità nell’agenda di ogni paese», ha detto il sindaco di Torino, Piero Fassino, parlando con i cronisti mentre in Comune, dove è stata allestita una piccola unità di crisi, aspetta notizie sui torinesi coinvolti nell’attentato al museo Bardo.

«Si conferma ancora una volta – ha sottolineato Fassino – qual è la strategia del terrorismo internazionale: dalle Torri Gemelle ad oggi è stato un crescendo di attentati caratterizzati da una modalità che punta a colpire ovunque e chiunque. Sono attentati indiscriminati perché l’obiettivo è produrre il maggior effetto destabilizzante e la maggiore paura possibile dando la sensazione che nessuno è al sicuro»