Ieri un drone turco ha bombardato i pressi del campo profughi di Serdeste sul monte Sinjar in Iraq, dove vivono migliaia di ezidi impossibilitati a tornare nelle proprie case dopo il massacro compiuto dall’Isis nell’agosto 2014. Centinaia di migliaia di ezidi sono tuttora profughi per la mancata ricostruzione dei villaggi e le mine lasciate dallo Stato islamico nelle comunità. L’attacco turco non ha provocato vittime, ma da giorni i residenti parlano del volo costante di droni sopra Shengal.

E non è la prima volta che il campo viene preso di mira: a inizio giugno il governo turco – che ha intensificato le operazioni militari contro Qandil, rifugio della leadership del Pkk, e il campo di Makhmour – ha minacciato di intervento anche Shengal, inserendola tra i «principali target» della campagna di «pulizia» anti-Pkk.