L’attacco è concentrico, i nemici del governo Renzi sono i movimenti. Come un solo uomo, il Messaggero di Caltagirone con un’intervista al ministro degli interni Alfano e il Corriere della Sera con un editoriale di Antonio Polito ieri hanno sguainato i «manganelli» e lanciato la carica alla manifestazione nazionale del prossimo 17 maggio contro il fiscal compact, il pareggio di bilancio in Costituzione e la privatizzazione e per i beni comuni promossa dal forum italiano dei movimenti per l’acqua.

La trasformazione in nemico pubblico di chi chiede il ritiro dell’articolo 5 del «piano Lupi» sulla casa in approvazione entro il 29 maggio – quello che taglierà acqua luce e gas alle oltre cento occupazioni della Capitale – così come di chi manifesta il proprio dissenso contro le politiche di austerità è avvenuta attraverso una serie grossolana di falsi ideologici: chi protesta viene confuso con gli «spacciatori», la movida o l’abusivismo. Sono tutte persone pronte a «devastare» e a «saccheggiare» il centro di Roma che, per questo, deve essere «chiuso», il suo accesso deve essere vietato «preventivamente» alla faccia della Costituzione.

«La strategia di Renzi è chiara – afferma Marco Bersani del forum italiano dei movimenti per l’acqua – da un lato fa annunci pubblicitari sulle «riforme», dall’altra manda segnali netti ai movimenti sociali: è finita la ricreazione, ora non si può protestare». «Alfano mette insieme accuse strampalate – aggiunge Bersani – quella di terrorismo ai No Tav con la gestione della piazza del 12 aprile e fa dichiarazione scriteriate. Noi abbiamo una sola cosa da dirgli: il 17 maggio ci sarà una grande manifestazione a Roma. Come tutte quelle dei movimenti dei beni comuni ci sarà una grande manifestazione aperta e inclusiva, si rivolgerà a tutti coloro che pensano che bisogna invertire la rotta rispetto all’austerità dominante, sarà una manifestazione determinata e useremo pratiche con le quali comunicheremo con la società».

«Siamo noi che chiederemo un incontro alla questura e alla politica – aggiunge Bersani – a garanzia della libertà di manifestare e della libertà di stare nelle piazze senza dovere temere alcunché di repressivo».
L’aggressività di Alfano è cresciuta in maniera esponenziale dopo la disastrosa gestione della piazza da parte delle forze dell’ordine nella manifestazione del 12 aprile e sembra più che altro rispondere a motivi elettorali legati alle elezioni europee del 25 maggio.

«È come se Alemanno fosse diventato ministro degli interni. Un miracolo alla rovescia che non è successo con Berlusconi, ma avviene con Renzi – commenta Marco Revelli della lista «L’altra Europa con Tsipras» che ha aderito alla manifestazione – In tutto questo parlare credo che ci sia una dose di elettoralismo, ma anche un retrogusto autoritario che è proprio del governo Renzi: dalla riforma elettorale all’attacco alla Costituzione, fino alla riforma del mercato del lavoro con il Jobs Act dove c’è una gara a chi deregolamenta di più». Per Revelli, alla radice di queste reazioni «c’è l’impossibilità di risolvere, anche minimamente, i giganteschi problemi sociali esistenti e il tentativo di metterli a tacere». «È una situazione esemplare: questo governo garantisce l’agibilità politica ad un condannato per frode fiscale come Berlusconi e la nega a chi si batte per i beni comuni, per la casa, per i bisogni essenziali. Noi saremo in tutte le piazze e replicheremo con l’intransigente difesa degli spazi politici».

Colpisce nel teorema di chi ha inventato l’ultimo modello dell’emergenza sicurezza» la totale assenza di un riferimento alla criminalità mafiosa che si è impadronita del centro di Roma. Un piano per contrastarla è stato richiesto dal vicesindaco di Roma Luigi Nieri (Sel) che attacca nuovamente Alfano e le sue uscite da «campagna elettorale»: «Sarei molto felice di conoscere un piano concreto del Viminale contro la movia violenta, la microcriminalità diffusa o lo spaccio in quartieri come il Pigneto, San Lorenzo o Trastevere – afferma Nieri – con il sindaco Marino questa è la nostra richiesta da mesi. I cittadini non aspettano altro, come pure l’amministrazione capitolina».
«Il solito refrain elettorale in salsa reazionaria» commenta Pierpaolo Leonardi, Esecutivo Nazionale Usb, il «piano speciale» per la Capitale annunciato da Alfano. «Quando si avvicinano le elezioni – prosegue Leonardi – centrodestra e centrosinistra fanno a gara a chi le spara più grosse. «È un destino che ciclicamente si abbatte sui romani, quello di essere al centro dell’attenzione dei reazionari di ogni risma – aggiunge – Di sicuro non ci sarà divieto che potrà impedire a chi è senza lavoro, senza reddito, senza casa, senza contratto, di manifestare sotto i palazzi del potere ogni volta che lo riterrà necessario».