Il Gruppo di sostegno all’Islam e ai musulmani, nato dalla fusione di diverse formazioni jihadiste attive nella regione saheliana, ha rivendicato l’attacco di sabato scorso a Le Campement de Kangaba, resort poco fuori la capitale maliana Bamako, in cui hanno perso la vita cinque stranieri (tre civili e due militari). 32 gli ostaggi liberati dall’esercito maliano, al termine di un assedio durato tutta la notte, con il sostegno delle forze speciali francesi. Nel comunicato del gruppo guidato da Iyad Ag Ghali, ex comandante del Movimento di liberazione dell’Azawad ed ex capo del gruppo armato islamista Ansar Eddine, si sostiene che gli assalitori morti a seguito del blitz sono 3 e non 4 come sostengono le autorità.

L’azione segue lo stanziamento di 50 milioni di euro da parte dell’Ue per finanziare una forza militare congiunta antiterrorismo dei paesi del G5 Sahel (Burkina Faso, Ciad, Mali, Mauritania e Niger) e precede di poche settimane la visita in Mali di Emmanuel Macron.

Nel centro del paese intanto sono riesplose con violenza le tensioni tra Dogon (tradizionalmente sedentari) e Fulani (in maggioranza nomadi). Almeno 32 le vittime degli scontri, avvenuti secondo quanto riferisce Radio France International nella località di Dioungani, non lontano da Mopti.