Avevano sperato che si trattasse “solo” del crimine di un folle. Ma ora che sanno la verità, l’intero paese è sotto shock. «Per gli svedesi si tratta di un giorno nero», si è affrettato a dichiarare il primo ministro socialdemocratico Stefan Löfven, esprimendo i sentimenti dei suoi concittadini. Ormai è infatti certo che sia stato l’odio per gli stranieri ad armare la mano di un giovane di 21 anni che giovedi è entrato nell’istituto scolastico Kronan di Trollhättan, un centro industriale dell’ovest del paese non lontano da Göteborg, con l’intenzione di compiere una strage.

Solo il rapido intervento delle forze dell’ordine ha impedito che Anton Lundin-Pettersson, questo il nome dell’assassino, portasse a termine il suo terribile progetto: prima di essere colpito a morte era comunque riuscito a uccidere uno studente diciassettenne e un insegnante e a ferire gravemente un altro ragazzo e un adulto.

Dopo che il caso era stato paragonato sulle prime a quello dei numerosi assassinii di massa avvenuti nelle high school e nelle università degli Stati uniti, al termine di 24 ore di indagini serrate, gli inquirenti svedesi sono riusciti a ricostruire le reali motivazioni che hanno spinto il giovane ad agire in quello che rappresenta in ogni caso uno dei più gravi atti di violenza razzista mai compiuti nel paese scandinavo.

Coperto da una maschera nera, da un casco militare e un impermeabile del medesimo colore che lo facevano assomigliare al personaggio di Dart Fener di Guerre stellari, il killer si è introdotto nella scuola suscitando inizialmente la curiosità e il divertimento degli studenti che hanno pensato a uno scherzo in vista di Halloween, come testimoniano alcuni selfie scattati dagli stessi giovani prima che avesse inizio il dramma.

Dalle risate si è però passati al terrore, quando Lundin-Pettersson armato di una spada e di alcuni coltelli, scambiati inizialmente per delle riproduzioni inoffensive di armi, ha iniziato una vera caccia all’uomo.

L’istituto Kronan è frequentato da molti studenti di origine straniera, spesso figli di immigrati o rifugiati politici, ed è tra questi che l’assalitore ha selezionato con precisione le proprie vittime. «Le ha scelte in funzione della loro origine etnica», ha spiegato un ufficiale di polizia ed ha aggiunto: «l’insieme dei dati raccolti permette di dire che l’uomo ha agito spinto dal razzismo».

Nato è cresciuto a Trollhättan, stagista in un’impresa locale, l’assassino è stato descritto dalla stampa locale come «una persona isolata e dalle idee vicine all’estrema destra». Appassionato di film di guerra e di romanzi di Stephen King, «era un solitario, viveva in un mondo tutto suo», ha raccontato all’Expressen un suo ex compagno di scuola. Il giovane aveva però espresso chiaramente anche tutta la sua ostilità nei confronti degli immigrati e delll’Islam. La rivista Expo, fondata da Stieg Larsson, ha rivelato come fosse un frequentatore abituale di alcuni blog neofascisti e avesse postato su Facebook un appello del partito xenofobo dei Democratici Svedesi in favore di un referendum contro l’immigrazione, mentre su YouTube aveva pubblicato alcuni film su Adolf Hitler e sul Terzo Reich.

Se la tentata strage di Trollhättan ha fatto tornare il pensiero di molti alla carneficina compiuta nella vicina Norvegia da Anders Behring Breivik, un altro giovane bianco isolato e razzista, che nel luglio del 2001 seminò il terrore per le strade di Oslo e sull’isola di Utøya uccidendo oltre 70 persone, comunque la vicenda si inserisce in una fase molto delicata della vita del paese.

Il tema dei profughi in arrivo dal Medioriente domina il dibattito pubblico, l’Agenzia nazionale dei migranti ha appena reso noto che quest’anno saranno tra i 140 e i 190 mila, più del doppio dello scorso anno, mentre i sondaggi segnalano che se si votasse oggi gli xenofobi dei Democratici Svedesi potrebbero raccogliere fino al 25% dei consensi.

In questo clima, nelle ultime settimane ben 4 edifici destinati ad ospitare i richiedenti asilo sono stato dati alle fiamme e sui social network, come segnala Expo, si moltiplicano gli appelli dei neonazisti per passare all’azione contro gli stranieri: «Se è il solo modo di difendere la Svezia dall’invasione, diamo fuoco a tutto il paese».