Il «fronte interno» è ormai sempre più impegnativo per Obama: dopo la sparatoria a Fort Hood (tre morti, nella foto reuters le «guardie patriottiche» al funerale di una delle vittime) a inizio aprile scorso, ieri c’è stato un altro attacco omicida, nei pressi di due centri ebraici.

Anche questa volta i morti sarebbero tre, ma rispetto al gesto di Fort Hoods, da imputare ai veterani e alle sindromi post guerra, in questo caso siamo di fronte ad un omicidio di matrice razzista. L’omicida è un settantenne neonazista che farebbe parte del Ku Klux Clan. Alla Vigilia di Pesach, la Pasqua ebraica, vicino a Kansas City (nella regione del Missouri) Frazier Glenn Miller ha aperto il fuoco uccidendo tre persone e ferendo gravemente un ragazzo di 14 anni. Teatro della tragedia due centri ebraici distanti poco più di un chilometro l’uno dall’altro.

Secondo quanto riferito dalla polizia di Overland Park in conferenza stampa, l’uomo ha iniziato a sparare dapprima nel parcheggio del Jewish Community Center inneggiando a Hitler e ammazzando un uomo e un teenager. Frazier Glenn Closs, arrestato nel giro di poco, vicino a una scuola elementare, con l’accusa di omicidio aggravato, ha poi raggiunto il vicino Village Shalom di Leawood, una casa di riposo per anziani, dove ha di nuovo aperto il fuoco, questa volta uccidendo una donna. Il movente del gesto è tuttora da chiarire, ma l’autore degli omicidi era ben noto, facendo parte di gruppi razzisti bianchi; inoltre, secondo quanto riferito dalla polizia locale, era già stato coinvolto in altri episodi d’intolleranza.

Una sparatoria «terrificante» ha commentato in serata il presidente Barack Obama esprimendo le condoglianze alle famiglie delle vittime. «Non conosciamo ancora tutti i dettagli dell’accaduto ma i primi resoconti sono strazianti», ha affermato, assicurando il pieno supporto del governo federale e dell’Fbi nelle indagini in atto.

L’autore del gesto sarebbe da tempo membro del Ku Klux Clan, ed è stato stato il fondatore ed il leader del Ku Klux Clan della Carolina. Lo ha riportato la stampa locale che scrive come Frazier Glenn Miller, di 73 anni, sia stato il «grand dragon» della sezione del gruppo suprematista e razzista dello stato meridionale americano, secondo quanto ha reso noto il Southern Poverty Law Center, il centro studi che segue e monitora i gruppi di estrema destra e razzisti americani. Fu infatti proprio una sua denuncia a far chiudere il Clan della Carolina, chiuso «perché operava come un’organizzazione paramilitare illegale e usava tattiche di intimidazione contro gli afroamericani». In seguito Miller ha fondato un altro gruppo del Klan,il White Patriot Party, in violazione dei termini dell’accordo con cui si era chiuso il caso aperto dalla denuncia del Law Center.

Nel 1986 venne poi condannato a sei mesi di prigione oltraggio a pubblico ufficiale, ma mentre era libero su cauzione si diede alla fuga e fu poi catturato a Missouri con un gruppo di altri «klansmen» ed un piccolo arsenale di armi.

L’anno seguente si dichiarò colpevole del reato di possesso di armi ed incriminato per aver partecipato ad un piano per rubare armi in un deposito militare, realizzare rapine e tentare l’assassinio del fondatore del Law Center, Morris Dees.
Nell’accordo con i procuratori denunciò altri membri del Klan, ricevendo così una pena ridotta di cinque anni dei quali nei scontò solo tre. Tornò così ad animare gruppi suprematisti e razzisti e nel 2006 si candidò alla Camera dei rappresentanti, con uno spot in cui chiedeva ai suoi elettori di «riprendere il Paese» dagli ebrei e la «gente di fango». Nel 2010 si era candidato al Senato.