Il giorno dopo l’attentato al bus del Borussia-Dortmund la procura federale accende ufficialmente la pista del terrorismo islamista.

Ieri a Wuppertal la polizia ha arrestato un iracheno di 25 anni e fermato un secondo sospetto di 28 anni, tedesco, residente a Fröndenberg (circondario di Unna) cui è stato perquisito l’alloggio. Entrambi sarebbero ritenuti vicini agli ambienti filo-Isis. Tuttavia, la «dinamica resta strana» avverte la polizia «e potrebbe trattarsi di una falsa-pista creata ad hoc» mettono in guardia gli investigatori.

Di sicuro si tratta di «un atto spregevole» ricorda la cancelliera Angela Merkel e dalla certa «matrice terroristica» come scandisce Frauke Köhler, autorevole portavoce dei magistrati di Karlsruhe.

Secondo il quotidiano Bild i due presunti terroristi sono accusati della preparazione di un attacco-bomba; la “prova”: «Almeno uno degli indagati si trovava in prossimità del luogo dell’attentato».

I fatti accertati restituiscono tre ordigni riempiti di pezzi di metallo piazzati dietro a una siepe, esplosi martedì alle 19.16 prima della partita di Champions-League contro l’A.S Monaco. Hanno mandato in frantumi i cristalli del pullman giallo-nero e al pronto soccorso due persone: il difensore spagnolo del Bvb Marc Bartra, 26 anni, operato ieri al polso destro per rimuovere le schegge di vetro, e il poliziotto che scortava il mezzo in moto che ha riportato seri danni all’udito. Il resto è affidato alle complementari ricostruzioni dei media tedeschi.

Secondo Süddeutsche zeitung e i network televisivi Ndr e Wdr non lontano dall’hotel riservato al Borussia è stata ritrovata una lettera con la rivendicazione «in nome di Allah misericordioso e compassionevole» condita di riferimenti alla strage del mercatino di Natale a Berlino e alle missioni militari dei Tornado della Luftwaffe, operativi a Rammstein e nei cieli della Siria. Messaggio che, a detta degli investigatori, collima poco o nulla, e porterebbe a sospettare il depistaggio.

Altre indiscrezioni apparse sulla stampa ipotizzano che le bombe (portata esplosiva: 100 metri) siano state attivate simultaneamente a distanza secondo un’azione «pianificata da professionisti» che conoscevano i buchi della fitta videosorveglianza nell’area dell’attentato. Quelli sui poggiatesta dell’autobus del Borussia, provocati da un perno d’acciaio conficcatosi come una freccia, sono già agli atti dei magistrati.

In parallelo la polizia calca le tracce di un’auto con targa belga (forse) servita a supporto degli autori ma passa al setaccio anche la galassia dei supporter neonazisti del Borussia, minoritari tra gli spalti ma più che attivi fuori dallo stadio Signal Iduna Park.

A Dortmund le forze di sicurezza e intelligence seguono in particolare la scia di due fazioni ultra-radicali (0231 Riot e Northside) da mesi sul piede di guerra contro l’imprenditore Hans-Joachim “Aki” Watzke, presidente del Bvb e membro della Cdu. «Finirai nel bagagliaio» è l’esplicita minaccia delle frange estremiste firmata sui muri della città dopo che Watzke le ha allontanate dalla curva del Borussia.

«Tutte le ipotesi restano ancora sul tavolo» ribadisce il ministro dell’interno del Nordreno-Vestfalia Ralf Jäger: «L’attacco potrebbe davvero avere qualunque movente».

Al vaglio degli inquirenti anche la possibilità di un atto riconducibile ad ambienti antifascisti o anarchici. Martedì sulla Rete antagonista Linksunten è comparsa una sorta di rivendicazione contro il «simbolo politico Borussia» che non si distanzia a sufficienza dall’area razzista dei fan.

L’ennesimo elemento distonico nelle indagini appena cominciate e già fatalmente inquinate da più di un’orma estranea.

Uniforme, invece, il quadrato dei tifosi del Borussia intorno a quelli del Monaco, accolti letteralmente dentro casa dopo il rinvio della partita.

«Risposta esemplare: hanno dimostrato che il calcio non si piega ai vili criminali» elogia il ministro della Giustizia Heiko Maas (Spd) mentre Merkel ha telefonato al presidente Watzke augurando «buona e amichevole partita» in riferimento ai quarti di finale annullati dopo lo «choc dei giocatori» e recuperati a ieri alle 18.45.