Ormai è una nuova moda. Giganti e multinazionali che hanno combinato disastri o hanno problemi con gli impegni presi, decidono di usare scorciatoie e cambi di gioco per salvarsi. È successo a Arcelor Mittal con la disfida in tribunale contro il governo, lo fa Ryanair usando metodi e alleanze più subdole per fermare lo stop al dumping contrattuale e le sovvenzioni degli aeroporti, succede ora con Atlantia. La holding di Autostrade per l’Italia controllata dalla famiglia Benetton col fardello dei 43 morti del ponte Morandi e di altre inchieste che dimostrano come la manutenzione delle autostrade fosse nulla e le perizie per evitarla truccate, ha chiesto aiuto alla commissione europea contro il governo italiano.
A facilitare il compito al nuovo management di Atlantia – il presidente Fabio Cerchiai e l’amministratore delegato Carlo Bertazzo che firmano la missiva – c’è l’ormai lunghissima gestazione nel governo della questione sulla revoca delle concessioni autostradali dopo il crollo di quasi due anni fa: il report della ministra delle Infrastrutture Paola De Micheli (Pd) è sul tavolo di Conte da settimane.
Anticipata dal Financial Times, la lettera inviata da Atlantia alla commissione europea – in primis al vicepresidente Dombrovskis – si basa su tre assunti: il fatto che la norma del decreto Milleproroghe che abbatte il risarcimento in caso di revoca delle concessione (grazie al governo Berlusconi Atlantia dovrebbe intascare 23 miliardi per terminare le concessioni di Autostrade prima del 2038) ha portato al downgrating del titolo fino al livello «spazzatura», che ora il governo si rifiuta di accordare un prestito da 1,25 miliardi nonostante «la società rispetti tutti i requisiti richiesti dal decreto Liquidità», e – infine – che il governo l’avrebbe costretta a vendere la sua quota di maggioranza in Autostrade a «Cassa Depositi e Prestiti» a un prezzo ridotto mettendo a rischio sopravvivenza dell’azienda e 7 mila posti di lavoro.
Atlantia lamenta «una palese discriminazione dal governo italiano» con norme che violano i principi della legge europea, tra cui quelli che riguardano il rispetto dei contratti e delle economie di libero mercato.
«La Commissione Ue ha ricevuto la lettera di Atlantia e sarà inviata una risposta quanto prima», ha comunicato un portavoce della Commissione Ue.
La risposta del governo si fa attendere a lungo. Ma a fine pomeriggio arriva per bocca del viceministro M5s alle Infrastrutture Giancarlo Cancelleri: «Atlantia ci riprova. Per la seconda volta scrive alla Commissione Europea che aveva già risposto affermando che “è una questione che riguarda esclusivamente le autorità italiane”. Scrivere lettere non serve a niente – attacca Cancelleri – , è arrivato il momento di prendersi le proprie responsabilità. Ora basta, se il tentativo è quello di prenderci in giro e trattarci con arroganza, i Benetton hanno sbagliato governo», sottolinea. Dietro le quinte, Italia Viva e parti del Pd propongono invece un accordo: riduzione delle tariffe del 5% e della quota di Atlantia con l’ingresso di Cdp e F2i. Tocca a Conte decidere.