L’ha notata nel bar mentre ordinava qualcosa frettolosamente, in evidenti condizioni di stress: era molto giovane, si guardava intorno terrorizzata e aveva evidenti lividi sul volto. Sabato mattina la barista si è avvicinata alla giovane e le ha sussurrato che se voleva aiuto poteva fidarsi di lei. Il giorno dopo è avvenuto il miracolo: la giovane si è aggrappata alla barista e le ha raccontato la sua terribile vicenda. Il padre la violentava da quando aveva 11 anni. Da un mese e mezzo, ora che di anni ne ha 18, era finita nelle mani di un gruppo che la teneva segregata per costringerla a prostituirsi. Il suo guardiano: un poliziotto.

Senza pensarci due volte la barista ha preso la ragazza e l’ha nascosta. Dopo un po’ è passato a cercarla il poliziotto, minaccioso a bordo della sua moto. Al momento opportuno le due giovani si sono recate in fretta al commissariato di Ilioupolis, quartiere popolare di Atene.

Nel comunicato ufficiale della centrale di polizia si conferma il coinvolgimento di un agente, del quale però si tace il nome, sostenendo che «è già stato sospeso dal servizio per altre irregolarità». Sospeso, ma non espulso dal corpo. Sembra che la goccia che ha fatto traboccare il vaso sia stata la minaccia con la pistola di servizio di sparare in testa a un collega. La deposizione della giovane vittima è durata ben 12 ore. In pratica i poliziotti degli Affari Interni l’hanno tenuta per un intero giorno in pieno isolamento, impedendole di comunicare sia con la madre che con la sua avvocata, la coraggiosa Antonia Legaki. La legale ha finalmente rivelato il nome dell’agente magnaccia: si chiama Dimitris Bouyoukos. Solo a tarda sera la diciottenne è stata portata in ospedale, sempre sotto stretta sorveglianza della polizia, per impedirle di parlare con i medici.

Domenica il padre stupratore e l’agente lenone sono stati arrestati e portati dal procuratore. Tutti hanno notato che il poliziotto si è presentato indossando la maglietta pubblicitaria di un noto sito porno, gestito da personaggi già coinvolti nel passato in servizi di escort per grossi nomi dell’alta società greca, politici compresi. Esaminando il computer del poliziotto incriminato, i colleghi avrebbero trovato molte registrazioni degli incontri dei clienti con la giovane vittima, materiale che probabilmente veniva commercializzato nel sito pornografico. Si è scoperta anche l’esistenza di un gruppo chiuso di Facebook in cui si pubblicizzava la giovane donna per eventuali clienti.

Secondo il difensore, la ragazza nella sua deposizione avrebbe fatto i nomi di almeno altri tre complici della rete di prostituzione. E forse questo spiega l’ambiguo comportamento della polizia greca, considerata una delle più corrotte d’Europa, che annovera tra le sue fila anche un grande numero di picchiatori fascisti. Quella stessa polizia a cui il governo di destra ha concesso di fatto pieni poteri, sottraendola da ogni controllo istituzionale. Il sospetto è che dietro il poliziotto incriminato si nasconda una diffusa rete di trafficking e di sfruttamento della prostituzione.

Intanto mentre la storia veniva ignorata dalle Tv, tutte di stretta osservanza filogovernativa, la notizia si è diffusa attraverso i social media e immediatamente il movimento femminista, mobilitato dalla coraggiosa barista, ha organizzato un grande e combattivo corteo per le strade di Ilioupolis. Lunedì vi hanno partecipato centinaia di abitanti, giovani e meno giovani.

Ieri, poi, il ministro di polizia Michalis Chrisochoidis si è di fatto rifiutato di rispondere alle interrogazioni di Syriza e Mera25 sul comportamento delle forze dell’ordine. Mentre l’ex ministro di Syriza Christos Spirtzis ha chiesto a Nuova Democrazia, il partito di destra al governo, se il poliziotto incriminato fosse un militante del suo partito.

Il movimento femminista greco e l’opposizione di sinistra seguono la vicenda con grande attenzione, in stretto contatto con Antonia Legaki, pronti a mobilitarsi di nuovo nel caso in cui si tenti un’ennesima operazione di insabbiamento.