La crisi diplomatica tra la Russia di Putin e la Grecia di Tsipras si sta trasformando in aperto scontro politico. Qualche giorno fa il paese ellenico aveva proceduto all’espulsione di due diplomatici russi, tra cui l’ambasciatore Victor Yakovlev e impedito l’ingresso ad altri due funzionari russi accusati «di azioni illegali contro la sicurezza nazionale».

IL MINISTERO DEGLI ESTERI russo aveva preso misure analoghe nei confronti del personale diplomatico greco a Mosca, facendo fare le valigie a due funzionari di Atene. Le espulsioni erano la conseguenza di pressioni russe, esplicitamente ammesse, di far saltare l’accordo raggiunto qualche settimane fa fra Skopje e Atene sul nome della Macedonia, («Repubblica della Macedonia del Nord» dovrebbe essere la nuova denominazione se in autunno il referendum popolare indetto in Macedonia dovesse approvare la decisone) una disputa che durava da 27 anni e che finora era stata il maggiore ostacolo sulla strada dell’adesione alla Nato del paese ex jugoslavo.

UN RAFFREDDAMENTO di relazioni tra i due paesi che aveva destato l’interesse delle cancellerie di tutto il mondo, visti gli ottimi rapporti intercorsi negli ultimi anni. Non a caso la Russia aveva ritirato le contro-sanzioni nei confronti dei prodotti alimentari greci (una misura che ha fruttato importanti entrate per la Grecia soprattutto per quanto riguarda l’esportazione di olio d’oliva) mentre la Grecia si era guardata bene sia dall’approvare le sanzioni dell’Ue alla Russia per l’annessione della Crimea, sia di espellere i diplomatici russi dopo l’esplosione del caso Skripal.

L’INCIDENTE però non si è chiuso e ha assunto le forme di vero e proprio contenzioso politico. L’altro ieri il rappresentante ufficiale del ministero degli esteri russo Zacharova ha definito assurde le dichiarazioni del ministero degli esteri greco secondo cui il ministro degli esteri russo Lavrov avrebbe minacciato il suo omologo greco di bloccare con il veto l’accordo per rinominare Macedonia all’Onu. «Abbiamo più volte sostenuto che anche nelle situazioni più difficili ci deve essere sempre volontà di mantenere la consapevolezza che si tratta di questioni che riguardano il destino dei cittadini di un paese, destino che non dovrebbe essere tenuto in ostaggio di sporchi giochi in cui la Grecia è stata coinvolta». Un riferimento evidente alla possibilità che ad Atene sia stato imposto recentemente dalla Nato un allineamento politico-strategico.

DICHIARAZIONI AL VETRIOLO che non potevano essere lasciate passare senza colpo ferire dal governo greco che ieri ha deciso di aderire per la prima volta alle sanzioni anti-russe, dicendo addio al contempo all’olio greco sugli scaffali dei supermarket russi. Decisione seguita subito dopo una nota del ministero degli esteri in cui si definiva «un esempio di mancanza di rispetto» il commento della diplomatica russa sull’espulsione di due diplomatici russi dalla Grecia. Mosca, secondo il governo di Atene ha dimostrato in questa occasione di «non aver compreso il mondo attuale, in cui gli Stati possono attuare una politica estera indipendente, multiforme e democratica». E così il ministro degli esteri russo Lavrov annullava la decisione di far visita al suo omologo greco alla fine dell’estate. «Non esistono le condizioni politiche» hanno detto al ministero degli affari esteri russo.