Le misure discusse al consiglio dei ministri e presentate ai creditori – prima ancora di essere discusse nel gruppo parlamentare di Syriza e nel parlamento – prevedono nuovi tagli e aumenti delle tasse per far incrementare gli introiti statali, un impegno per la ristrutturazione del debito e un programma pari a 35 miliardi di euro per attirare investimenti e favorire occupazione e crescita. La nuova proposta greca è di oltre i 12 miliardi di euro (quella precedente era di 8 miliardi) per i prossimi due anni, in cambio di un prestito pari a 54 miliardi di euro. Non è escluso, si possa arrivare fino ai 70 miliardi di euro.

Parte di questo maxi-prestito finirà alla ricapitalizzazione delle banche elleniche le quali dovranno rifondersi: dai quattro istituti di credito (National Bank of Greece, Piraeus, Eurobank e Alpha Bank) ne rimarranno due. Il testo ellenico è di 13 pagine e si basa su un recente rapporto di 47 pagine e sulla proposta avanzata dal presidente della Commissione europea Juncker. Il testo prevede modifiche significative ai sistemi fiscali e previdenziali, nel tentativo di convincere le istituzioni che Atene ha adottato un approccio più realistico. Il surplus primario sarà dell’1% nel 2015 e del 2% nel 2016, ma ci sono degli interrogativi su come il governo riuscirà a ottenere l’obiettivo di quest’anno visto che per il momento la crescita è di appena 0,5% a causa dei ritardi per arrivare ad un’intesa.

Nella proposta è prevista una tassazione dell’Iva a tre livelli, con medicinali, libri, spettacoli d’arte e teatrali al 6%; alberghi, energia, prodotti alimentari freschi e generi alimentari di base al 13% (e non al 23% come proponevano i creditori) e degli alimentari lavorati, ristoranti e altro al 23%. Inoltre resta in vigore il 30% di sconto sulle aliquote Iva sulle isole, una vera e propria «linea rossa» per il governo.

L’aumento dell’Iva sugli alimentari significa che i prezzi aumenteranno subito dell’8,85%, mentre quelli degli alberghi potranno aumentare del 6,1%. Inoltre, il governo manterrà la controversa tassa sugli immobili (Enfia) nel 2015 e 2016 (quando Syriza era all’opposizione l’aveva aspramente denunciata) e aumenterà nel contempo gli sforzi per combattere l’evasione fiscale. Previsto anche l’aumento della tassa di solidarietà come pure di quelle sul lusso e sugli introiti delle grandi società dal 26% al 28% e per gli armatori fino ad oggi mai toccati dal fisco.

Per quanto riguarda le riforme previste nel sistema pensionistico sembra che Tsipras abbia intenzione di applicare la legge degli ex ministri del Pasok, Loverdos e Koutroumanis, che forniva una pensione di base e proporzionata per chi ne ha maturato il diritto a partire dal gennaio 2015. In cambio il governo greco insisterà sul rinvio dell’attuazione della «clausola di deficit zero» per le pensioni integrative (ci sarà la graduale riduzione dei benefici dell’Ekas entro il 2019).

Tutto sommato i pensionati saranno lievemente colpiti dalle nuove misure, mentre il nuovo sistema pensionistico avrà anche lo scopo di scoraggiare il pensionamento anticipato con l’introduzione di sanzioni più severe.

La proposta del premier greco prevede anche l’attuazione dei suggerimenti dell’Ocse, che includono l’apertura delle professioni chiuse, come i notai, la revisione della competitività in aree caratterizzate da pratiche di oligopolio e l’adozione di nuove strategie per combattere la corruzione aziendale, in particolare in relazione alle procedure d’appalto pubbliche. Nel campo delle privatizzazioni si parla di un nuovo modello con la partecipazione dello Stato.

I porti del Pireo (la cinese Cosco ha già acquistato una parte degli stabilimenti) e di Salonicco saranno privatizzati, secondo la proposta di Atene, così come andrà avanti l’affitto delle tedesche Fraport e Sientel degli aeroporti di periferia (nel passato Syriza si era opposto). Oggi i creditori dovranno valutare il piano ellenico, ma non è detto che sarà approvato. Tutto dipenderà da Berlino e in particolar modo dal ministro delle finanze Schauble, che controlla la maggioranza dell’Eurogruppo. Quello che interessa è la sostenibilità del debito greco ed eventuali nuove misure che i falchi europei potrebbero chiedere all’ultimo momento.