Disgelo nelle votazioni, non nelle dichiarazioni. Si votano anche alla camera le mozioni sullo scioglimento di Forza nuova, centrodestra e centrosinistra si aiutano con astensioni incrociate. Un passo in più rispetto alla non partecipazione di mercoledì al senato, comunque un passo necessario per l’approvazione degli atti di indirizzo che altrimenti non avrebbero avuto i voti. Se la mozione di Pd, M5S, Leu e Iv è identica a quella approvata al senato nella versione ordine del giorno, la mozione del centrodestra ha in più un riferimento esplicito allo scioglimento della formazione neofascista che ha guidato l’assalto alla Cgil. Impegna il governo «a dare seguito, con sollecitudine, per quanto di competenza e secondo legge, alle verifiche e agli accertamenti della magistratura in ordine agli episodi del 9 ottobre 2021».

La correzione di rotta è annunciata in aula dal vice capogruppo di Fratelli d’Italia Tommaso Foti: «Se il governo ravvede le condizioni per procedere con decreto legge all’immediato scioglimento di Forza Nuova e di tutte quelle organizzazioni che possono essere punibili ai sensi della legge Scelba, noi non abbiamo alcuna difficoltà». Non solo, è proprio Foti a citare la denuncia presentata dall’Anpi nel giugno 2019 alla procura di Roma «con 40 episodi perché si esercitasse l’azione penale nei confronti di Forza Nuova, di CasaPound e di una serie di organizzazioni neofasciste». Lo scioglimento per decreto legge «si poteva fare, se vi fosse stata la volontà politica del governo Conte 1 e del Conte 2».

«Il centrodestra ha fatto un passo in avanti importante», commenta la capogruppo del Pd alla camera Serracchiani. In realtà la mozione di Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia è persino più esplicita nel chiedere al governo di intervenire con decreto legge, perché usa l’espressione «con sollecitudine» che richiama l’intervento di «necessità e urgenza» previsto dalla legge Scelba al secondo comma dell’articolo 3. Nella mozione del centrosinistra invece si sceglie di non indicare al governo come intervenire. Se cioè farlo con decreto legge senza aspettare una sentenza della magistratura o se procedere com’è stato fatto nei tre precedenti – e come Draghi sembra preferire quando sottolinea che l’assalto squadrista alla Cgil è all’attenzione della magistratura – con un decreto della ministra dell’interno a seguito di una sentenza. La mozione di centrosinistra impegna il governo «a valutare le modalità per dare seguito al dettato costituzionale» e ad adottare «i provvedimenti di sua competenza per procedere allo scioglimento di Forza Nuova».

Chiuse le votazioni e incassate le astensioni incrociate, anche quella di Pd, M5S, Leu e Iv sulla mozione di centrodestra che invita il governo a «contrastare tempestivamente tutte le realtà eversive» (e nelle premesse ci si dilunga sulle malefatte dei «centri sociali» e dei «No tav»), Giorgia Meloni parte all’attacco: «Perché la sinistra si è astenuta sulla nostra mozione? Ha paura di perdere il sostegno della sinistra più radicale, di chi inneggia alla distruzione dello Stato d’Israele, occupa i beni pubblici abusivamente e devasta le città?». Va detto però che nella prima versione delle mozioni di centrodestra, al senato, si erano dimenticati dell’anti semitismo. La replica del Pd è dello stesso tenore: «E perché Meloni non ha votato la nostra mozione? Temeva di perdere i consensi di chi ha devastato la sede della Cgil?», chiede Verini.

Si vota infine la mozione degli ex 5S all’opposizione di Draghi – l’Alternativa c’è – l’unica a raccogliere i voti favorevoli di tutti nella parte del dispositivo in cui chiede al governo di garantire le manifestazioni dai «provocatori». Ma anche l’unica a essere bocciata da tutti nella parte in cui chiede di attendere un provvedimento della magistratura per sciogliere Forza nuova e confiscarne i beni.