Provocazioni dell’azienda a Roma, scontri a Terni. La giornata che doveva essere positiva perché, come vaticinato dal ministro Graziano Delrio, la trattativa era «ad un passo dalla soluzione», si è chiusa con una lunga e complicata trattativa serale al ministero dello Sviluppo economico.
A differenza di giovedì scorso, senza i lavoratori – rimasti in febbrile attesa di notizie a Terni – in via Molise, le notizie escono col contagocce. Ma che le cose non vadano per il meglio lo conferma a fine pomeriggio la decisione del ministro Federica Guidi di rimanere in sede e non andare al consiglio dei ministri.

Il problema della vertenza è sempre lo stesso: l’amministratore delegato di Ast Lucia Morselli promette al governo aperture che poi non mantiene. Se giovedì scorso aveva annunciato 200 milioni di nuovi investimenti, il secondo forno che continuava a lavorare per una produzione minima di 1 milione di tonnellate, ieri pomeriggio si è puntualmente rimangiata quasi tutto.

La tagliatrice di teste che da quattro mesi sta proponendo un taglio del costo del lavoro del 20 per cento è tornata al tavolo della trattiva riproponendo il ricatto sullo sciopero. La sua prima richiesta ai sindacati per riaprire la trattativa è stata quella di fermare lo sciopero che va avanti dal 22 ottobre, e cioé da tre settimane. Una richiesta che i sindacati hanno rispedito al mittente. La mediazione del governo è stata quella di attenersi alla «natura tecnica» del tavolo, dove dunque si sarebbe parlato solo di aspetti produttivi.

Ma anche in questo campo pochi passi avanti. Secondo Morselli l’area a caldo dovrà essere tenuta sotto controllo per due anni, per verificare se la produzione sarà in grado di garantire l’equilibrio economico. Nessuna certezza dunque che fra due anni i forni rimangano gli attuali due.
In serata le pressioni del ministro Guidi in un faccia a faccia con Morselli hanno portato l’ad a chiedere aperture alla proprietà tedesca. Ma ad Essen, sede della Thyssenkrupp, difficilmente arriverà un «via libera» al potenziamento delle produzione italiana, considerata secondaria rispetto a quella tedesca. Lunedì i sindacati italiani saranno ospiti a Monaco della Ig Metall per cercare una posizione comune.

Lo stallo di ieri però quasi certamente porterà a non tenere le previste assemblee di lavoraotori oggi a Terni. In città la situazione rimane tesa. Ad essere esasperati sono già i lavoratori della Ilserv, la prima dell’indotto Ast. Ieri pomeriggio un centinaio dei 200 lavoratori mandati a casa a causa del taglio degli appalti voluti da Ast hanno protestato sotto la sede di Confindustria. Hanno cercato di raggiungere due dirigenti nel cortile, ma le forze dell’ordine hanno fatto muro: quattro tra carabinieri e poliziotti sono rimasti contusi. Nonostante le note ufficiali di Ast in merito alla proroga dei contratti fino al 31 dicembre, Ilserv avrebbe spiegato di non aver ricevuto nessuna comunicazione in merito. L’ennesima provocazione di Lucia Morselli.