Forse, è solo un problema di biglietti. Ma Expo 2015 come location dell’assemblea nazionale (in calendario il 18 luglio) del Partito democratico fa davvero specie. Tant’è che si è infiammata la polemica politica, non solo a Milano.

Tutto scatta con l’annuncio dell’interrogazione urgente da parte di Pietro Foroni, consigliere regionale della Lega: «Prima i biglietti scontati per Expo a tutti i nuovi iscritti al Pd, oggi addirittura la scelta di organizzare l’assemblea nazionale all’interno dei padiglioni di Expo. Ci dicano chi ha dato il benestare, chi pagherà e soprattutto il nesso esistente tra una conferenza di partito e una manifestazione universale».

Matteo Renzi via Unità risponde così: «E perché no? È un grande evento che parla bene dell’Italia. E noi, come tutti, paghiamo il biglietto! Viva l’Expo, Viva l’Italia». Un po’ meno convincente la dichiarazione di Alessandro Alfieri, segretario del Pd della Lombardia: «Stiano sereni i leghisti, pagheremo di tasca nostra sino all’ultimo cent. Il Pd come tante associazioni di categoria ha deciso di tenere la propria assemblea presso Expo». Di fatto, la macchina organizzativa del Nazareno si è già messa in moto e nessuno sembra intenzionato a separare l’appuntamento di partito dalla «vetrina» che continua a far discutere, proprio a partire dai tickets (4 o 6 milioni?).

Così il centrodestra può scatenarsi. La coordinatrice regionale di Forza Italia, Mariastella Gelmini, scandisce: «Sorprende, ma non troppo, la totale insensibilità istituzionale del Pd che a Milano si considera il padrone. Dopo aver lanciato la Festa de l’Unità sotto le torri (volute dal centrodestra) di piazza Gae Aulenti, ora vuole organizzare l’assemblea nazionale nel recinto di Expo dove, per inciso, Renzi è di casa. L’arroganza del potere non ha limiti».

E Manfredi Palmeri, capogruppo a palazzo Marino del Polo dei Milanesi, ricorda: «All’articolo 5.5 delle Regole per i visitatori di Expo si vieta esplicitamente qualsiasi attività legata a enti politici. La scena in cui le guardie bloccano un bambino ai tornelli con una Bibbia in mano e non lo fanno accedere a Expo, mentre nel tornello accanto entrano i dirigenti del Pd sventolando le bandiere sarebbe uno spettacolo formidabile di fronte al mondo. Da solo varrebbe il prezzo del biglietto».

Una nota di Italia Unica, partito di Corrado Passarea che si è già candidato al dopo-Pisapia, insiste: «Pretendere di far svolgere l’assemblea nazionale Pd in un luogo pubblico come i padiglioni dell’Expo è un atto che contrasta con il rispetto dell’interesse pubblico».

Il M5S per bocca di Dario Violi, capogruppo in Regione, ironizza: «Sarà un’assemblea nazionale a sbafo e l’auspicio è che chi di dovere dica un no chiaro ad un ospite sgradito che si è autoinvitato e pretende di pagare con soldi di altri». E replica a distanza a Renzi: «Quanto dovuto non è mai abbastanza, visto che i cittadini stanno pagando i danni enormi che il partito ha fatto, e continua a fare al governo del paese». Per il M5S, «se poi pagheranno lo faranno con i rimborsi elettorali». Infine, «la maggior parte dei parlamentari e consiglieri regionali Pd che parteciperà a Expo ha richiesto il pass gratuito: quindi, rischia di non sborsare nemmeno un euro per il biglietto».