Alexander Urbellis è un avvocato mewyorchese, fondatore dello studio Blackstone Law Group che si occupa di privacy e sicurezza. Ed è un hacker, membro del gruppo newyorchese 2600, conosciuto in tutto il mondo per la sua attività di divulgazione e di difesa di privacy e diritti civili digitali.

Cosa significa l’accusa per Assange per altri whistleblower?
Pur essendo una vittoria per Assange questa decisione è lontana dall’esserlo per i whistleblower, i giornalisti, o chiunque cerchi di rivelare informazioni riservate. Il valore della decisione stessa di incriminare Assange crea un ambiente ancora più ostile per gli informatori e coloro che rischiano l’estradizione negli Usa. Ero rimasto molto sorpreso nel vedere che gli avvocati che rappresentavano gli Usa erano stati in grado di persuadere la giudice Baraitser ad accettare quasi tutti i loro argomenti: che l’estradizione non avrebbe violato il divieto del Trattato di estradizione Usa-Uk sui reati politici (visto che il Parlamento aveva deliberatamente rimosso tale protezione); che gli Usa avrebbero fatto ad Assange un processo equo; e che i presunti crimini di Assange non fossero protetti dal diritto alla libertà di parola.

Che peso ha la sentenza della corte inglese?
Non c’è da festeggiare perché la sentenza si basa sulle condizioni deplorevoli delle carceri statunitensi e sul fragile stato mentale di Assange. In effetti, la giudice sembra essere convinta che Assange abbia commesso un crimine offrendo assistenza a Chelsea Manning attraverso la decrittografia di una password che serviva a ottenere l’accesso a un sistema informatico federale, e senza la quale Manning non avrebbe avuto accesso.

Di ciò non sono sorpreso, e ho sempre trovato che sia il fatto più preoccupante per Assange. Mettendo da parte i principi legali in gioco nella decisione, questa fornisce un chiaro esempio di come una campagna ben pianificata e sostenuta per il rilascio di ciò che molti percepiscono essere un prigioniero politico può avere successo. Ma presentare il caso incentrandolo sullo stato mentale di Assange, non è un favore per la libertà di stampa. Questa sentenza è anche una vittoria per l’amministrazione Trump.

Le accuse contro Assange erano un tentativo di infangare le acque con questioni politiche sull’estradizione in modo che i tribunali del Regno Unito trattenessero la questione per tutto l’anno elettorale del 2020, evitando che nell’anno elettorale, Assange potesse presentareal mondo la sua buona fede giornalistica, insieme alle prove dei numerosi collegamenti di Wikileaks con la campagna Trump nel 2016, e in particolare con Roger Stone.

Quindi la libertà di stampa è ancora in pericolo?
Nulla nella decisione di rifiuto dell’estradizione di Assange rafforza la libertà di stampa e nessun giornalista dovrebbe salutare questa decisione come una vittoria, il ragionamento contenuto nel documento è assolutamente ostile alle libertà di stampa. In effetti, il giudice è arrivato persino a citare le critiche di altri organi di stampa ad Assange per aver pubblicato i nomi di informatori riservati, mettendo quegli informatori in grave pericolo e, in alcuni casi, costringendoli a fuggire dai loro Paesi d’origine.

Al limite, e se fossi un professore di diritto, direi che anche se la decisione non supporta tutti i principi legali che i sostenitori di Wikileaks e Assange avrebbero sperato, la decisione chiarisce alcune delle aree più oscure della legge, e così facendo consente giornalisti e avvocati di tutelare meglio le libertà di stampa in futuro.