La proposta di legge della maggioranza di centrodestra al governo in Sardegna che punta a modificare il Piano paesaggistico regionale (Ppr) – ovvero le norme di tutela che dal 2006 preservano le coste dalla speculazione immobiliare e dalla cementificazione – è arrivata ieri in consiglio regionale. La riunione è cominciata intorno a mezzogiorno ed è poi proseguita sino a tarda serata. Non si è arrivati, però, al voto definitivo. Tutto è stato rinviato a oggi. Contro l’assalto della maggioranza, una dura battaglia.

NELLA PRATICA, per portare a termine la realizzazione di una strada a quattro corsie tra Sassari e Alghero, osteggiata dalla Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Sassari e Nuoro, il centrodestra vuole “correggere” il Ppr allo scopo di aggirare i vincoli paesaggistici, sia quelli regionali che nazionali. La minoranza di centrosinistra si prepara allo scontro, convinta che il progetto della Quattro corsie sia soltanto un pretesto per aggredire “zone protette” quali agro, fascia costiera e beni a carattere identitario.

Il centrodestra ha i numeri per centrare l’obiettivo e i capigruppo hanno già ricordato ai rispettivi consiglieri che, per evitare il mancato raggiungimento del numero legale, sarà indispensabile garantire la presenza in aula. Sulla difesa del Ppr, il centrosinistra condivide la linea degli ambientalisti: venerdì scorso nel palazzo del consiglio regionale si è svolto un vertice al quale hanno partecipato i rappresentanti di Legambiente, Gruppo di intervento giuridico (Grig), Italia Nostra, Fai e Wwf. Tutte le sigle sono pronte a chiedere l’impugnativa del governo se il disegno di legge regionale dovesse passare in aula. «Noi non neghiamo – dice la consigliera dei Progressisti Maria Laura Orrù – che si possa completare e migliorare, ma con gli strumenti previsti dalla legge (la co-pianificazione della Regione con lo Stato) e non certamente con la scorciatoia dell’ultimo momento infilata in una norma ordinaria».

PER IL PARTITO DEMOCRATICO il consigliere Valter Piscedda definisce «del tutto pretestuoso l’argomento della maggioranza secondo il quale l’interpretazione autentica si renderebbe necessaria per sbloccare le grandi opere. Ci sono altri modi per portare a termine la strada Sassari-Alghero e superare i dubbi espressi in merito dai ministeri delle infrastrutture e dell’ambiente».

UN ALTRO PUNTO SU CUI la minoranza potrà far leva nel dibattito previsto in aula concerne il sito archeologico di Tuvixeddu, attualmente la più importante testimonianza di architettura funeraria del periodo punico (VI – III secolo a.C.) in tutto il bacino del Mediterraneo. Almeno i due terzi della necropoli, che sorge sull’omonimo colle all’interno della città di Cagliari, sono stati polverizzati dalle politiche immobiliari attive tra anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso, e gli archeologi si battono da decenni (le proteste si sono rinvigorite in maniera organica dal 2008) per la sempre più urgente salvaguardia di un’area pluristratificata, che si configura a buon diritto come «paesaggio culturale». Con le norme di interpretazione del Piano paesaggistico che il centrodestra vorrebbe approvare, infatti, verrebbe spazzata via la co-pianificazione Regione-Mibact prevista dal Ppr per coste, agro e beni identitari, esponendo il parco di Tuvixeddu, che appartiene a quest’ultima definizione, a un concreto rischio di scomparsa.

OLTRE AL CENTROSINISTRA, anche il Movimento 5 Stelle si schiera contro il disegno di legge della giunta guidata da Christian Solinas. «Chiedo che il governo intervenga per salvare le nostre coste e per impedire lo smantellamento delle norme di tutela del paesaggio», è l’appello del deputato Mario Perantoni, che insieme ai colleghi Alberto Manca, Paola Deiana e Teresa Manzo ha presentato un’interrogazione ai ministeri competenti. Secondo il parlamentare sassarese, la proposta di legge regionale n. 153 del 28 maggio 2020, con la quale si pretenderebbe di interpretare autenticamente il Ppr «viene calpestato il dettato costituzionale che agli articoli 9 e 117 garantisce la piena tutela del paesaggio».

«La salvaguardia del patrimonio naturalistico, ambientale e identitario della Sardegna – continua Perantoni – deve essere preminente rispetto agli interessi speculativi di pochi. Le motivazioni dichiarate sono assolutamente pretestuose e la questione sottesa – il completamento della nuova strada statale n. 291 «Sassari – Alghero», è in fase di risoluzione in seno al Consiglio dei Ministri. Al netto di ogni valutazione di ordine giuridico questa è l’ennesima dimostrazione della dimensione monotematica e unidirezionale della politica di questa maggioranza, che sembra avere esclusivamente mire speculative e di sfruttamento dei beni comuni, paesaggistici e non».

La giunta regionale ha presentato al Tar le sue contrarietà rispetto al parere negativo del Mibact sulla Quattro corsie Sassari-Alghero ma, ad ogni modo, la questione Ppr rimarrà in agenda anche per il resto del mese, visto che la maggioranza intende portare in aula a luglio il «Piano casa» varato dalla giunta a dicembre e già definito dall’assessore regionale all’urbanistica Quirico Sanna come «un disegno di legge molto coraggioso che andrà ad incidere in modo concreto in zone sino ad ora non toccate come le turistiche F e questo consentirà una rivisitazione e una riqualificazione importante, permettendo di ridare smalto ad immobili-ruderi che a loro volta potranno restituire pregio ai siti dove sono localizzati».

A QUIRICO SANNA RISPONDE, per gli ambientalisti, Stefano Deliperi, coordinatore del Gruppo di intervento giuridico, il quale invita al rispetto delle norme regionali e nazionali in quanto la realizzazione della nuova strada statale Sassari-Alghero è «fuori» non solo dal Ppr ma anche dal dettato costituzionale. «Riprendere la speculazione immobiliare lungo le coste – dice Deliperi – è un intento ottuso e autolesionista: si tratta della parte più pregiata del patrimonio ambientale e paesaggistico isolano, il fondamentale richiamo turistico, elemento di grande importanza per un’economia locale sempre più disastrata, grazie soprattutto alla mancanza di efficaci interventi nei settori nevralgici dei trasporti e della politica scolastica. Basti pensare che le strutture alberghiere vengono utilizzate per il 54% nel mese di agosto e solamente per l’1% nei mesi tra gennaio e aprile».

INTANTO, LA PETIZIONE popolare per la salvaguardia delle coste sarde lanciata dallo stesso Deliperi su Change.org e rivolta al ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo e ai presidenti della Regione Sardegna e del consiglio regionale contro lo smantellamento del Ppr ha raggiunto quasi le 30mila firme. Nell’estate delle incertezze da Covid-19 è già un buon segno, sebbene sarebbe auspicabile che i sardi facessero sentire la loro voce oltre il web