Tra i passi frontalieri del Barrio Chino e di Beni Enzar, Spagna e Marocco hanno dispiegato copiose forze di polizia a guardia del confine per evitare l’entrata di sin papeles – immigrati, per lo più subsahariani, senza documenti. Non è bastato: in duemila hanno provato a passare in vari punti, in cinquecento – secondo quanto riportato dalle autorità locali e testimoniato dalle immagini delle telecamere di sicurezza – sono riusciti a valicare la barriera di Melilla, l’enclave spagnola in terra marocchina.

Si tratta, secondo le fonti, del maggiore assalto alla doppia recinzione di protezione, alta sei metri, registrato dal 2005, simile a quanto già accaduto il 18 marzo scorso. Il ministro dell’interno del governo spagnolo guidato da Mariano Rajoy, Jorge Fernández Díaz, ha assicurato che la situazione del Centro de estancia temporal de inmigrantes (Ceti) di Melilla è al limite: la capacità di accoglienza di 480 persone è stata ampiamente superata, attualmente ci sono 1.900 migranti, ai quali si sono aggiunti i nuovi arrivi. Secondo il ministro migliaia di migranti starebbero già scendendo dal monte Gurugù, vicino alla frontiera marocchina, per tentare di passare in territorio comunitario. Il governo ha reagito prontamente con l’immediato dispiegamento di nuove forze a guardia della frontiera.

All’alba di ieri i cinquecento migranti, malmenati dalla polizia, si sono lasciati il Marocco alle spalle al grido di «Spagna, Spagna» e si sono diretti verso il Centro di soggiorno temporaneo dove sono stati ricevuti fra canti di vittoria dai migranti «ospitati» nella struttura.