Alla fiera di Quota 100 i numeri sono sull’altalena. Calano e crescono come sull’ottovolante. Senza un testo che definisca i criteri per rientrare nell’anticipo dell’età pensionabile, ogni stima è ben poco attendibile. Sia quelle che vengono rese pubbliche dal presidente dell’Inps Tito Boeri sia le risposte che arrivano dal governo, con il ministro Di Maio che parla di 620mila posti di lavoro considerando anche i pensionamenti a legislazione vivente, mentre le risorse (i 6,7 miliardi nel 2019) necessarie per far lasciare il lavoro a tutti questi pensionandi sembrano sempre più insufficienti. Lo scontro fra Boeri e Di Maio è riesploso dopo l’intervista del presidente dell’Inps al Corriere in cui contesta le stime sui costi della riforma che stanziano sostanzialmente la stessa cifra per il 2019 (6,7 miliardi) e il 2020 (7 miliardi). «Eviterei allarmismi inutili – ha risposto il vicepresidente – Quota 100 si farà. Vedremo con i fatti quanti posti di lavoro si libereranno grazie al superamento della Fornero con quota 100». Ma a far scalpore sono soprattutto le dichiarazioni di Boeri che riguardano il «rischio assalto» agli uffici dell’Inps per le promesse non mantenute su Quota 100 da parte del governo.

Guglielmo Loy, presidente della Consiglio di indirizzo e vigilanza dell’Inps, il presidente Boeri denuncia al Corriere che «i dipendenti degli uffici territoriali subiscono quotidianamente aggressioni» per le «promesse non mantenute» su Quota 100: le risulta?
Mi risulta che Boeri durante la sua gestione ha allargato fortemente le competenze dell’Inps. Oggi ogni ufficio gestisce servizi complessi e quasi estremi di assistenza come la Naspi e altri. Per questo motivo a volte si trascende nel patologico e i dipendenti sono spaventati.

Quindi sta dicendo che gli «assalti» di cui parla Boeri sono causati dai troppi servizi di fronte ad un personale esiguo, non per Quota 100?
Sì, l’arretramento dell’Inps sul territorio è stato graduale ma continuo mentre i servizi da gestire sono aumentati fortemente. Molte sedi, specie quelle più periferiche e isolate, sono con il personale all’osso e gli utenti non possono che lamentarsi del servizio e delle attese.

L’Inps stessa rischia poi di perdere molto personale con Quota 100…
Le stime parlano di 4mila possibili pensionamenti invece degli 800 usuali. Il tutto su 26mila dipendenti totali. È chiaro che sarebbe un grosso problema gestire un turn over del genere. Noi tutti immaginavamo che Boeri sfruttasse fra virgolette la questione Quota 100 per chiedere più assunzioni al governo ma questo non sembra sia successo.

Però si stanno tenendo i concorsi per assumere…
Sì ma sono circa 300 posti che rischiano di scendere a 200 perché i titoli richiesti sono altissimi e le prove selettive sono state molto dure. Senza dimenticare che le assunzioni saranno effettive fra un anno se non un anno e mezzo.

Quota 100 comunque continua ad essere un annuncio senza un testo scritto e Boeri parla di simulazioni richieste dal governo. E di conti che non tornano: i 6,7 miliardi per il 2019 sarebbero pochi e quindi nel 2020 e 2021 servirebbero più soldi per recuperare coloro che non usciranno il prossimo anno.
Sul fatto che i conti non tornano rispetto ai 6,7 miliardi Boeri ha ragione. Ridurre le risorse sul 2019 con il sistema delle finestre (che ritarda l’uscita di pensionamento rispetto a quando vengono soddisfatti i requisiti di 62 anni di età e 38 di contributi, ndr) ha per forza un effetto di aumento dei costi negli anni seguenti. L’impressione è che il governo sia orientato a ridurre i costi stabilendo che Quota 100 sia un provvedimento sperimentale e non strutturale.

Ancora non sappiamo se lo strumento per normare Quota 100 sarà un decreto dopo l’approvazione della manovra – come ha detto Di Maio – o un collegato alla legge di bilancio.
Penso che sarà un collegato alla legge di bilancio. È difficile motivare con un decreto legge d’urgenza un provvedimento che entrerà in vigore a marzo con la prima finestra.