Un’azione che doveva essere rapida e colpire uno dei simboli del turismo straniero in Egitto. Secondo fonti egiziane, nella serata di ieri, tre uomini armati avrebbero assaltato un resort, il Bella Vista a Hurghada, sulla costa egiziana del Mar Rosso.

Secondo le prime ricostruzioni tutti e tre gli assalitori sarebbero stati uccisi, mentre alcuni turisti (un danese e un tedesco, secondo alcuni testimoni) sarebbero rimasti feriti, colpiti da «coltellate».

Almeno uno dei tre protagonisti del tentativo di irruzione, sarebbe stato armato con una cintura esplosiva. L’attacco sarebbe arrivato dal mare, secondo quanto riferito ai media locali da alcuni dipendenti dell’hotel. Il «commando» avrebbe cominciato a sparare poco prima di entrare nell’ingresso dell’Hotel Bella Vista. A quel punto i tre assalitori avrebbero incrociato il fuoco delle forze di sicurezza poste a difesa del resort, secondo il racconto di alcuni giornalisti locali giunti sul posto nei minuti successivi l’attacco. L’Unità di crisi della Farnesina si è immediatamente attivata; mentre scriviamo sono in corso le verifiche sull’eventuale presenza di connazionali.

Non si tratta di un evento limitato, perché è successivo a quanto accaduto nei giorni scorsi al Cairo. Ieri il sedicente Stato Islamico (Is) ha rivendicato l’attacco di alcuni giorni fa nei pressi di un albergo nella zona delle Piramidi a Giza, alla periferia della capitale egiziana. Attraverso il network Amaq, l’Isis ha rivendicato l’attacco affermando che si è trattato di una risposta all’appello dell’autoproclamato califfo Abu Bakr al-Baghdadi nel quale il «califfo» invitava a colpire gli ebrei «ovunque» si trovino. Nel comunicato il gruppo afferma di aver provocato «morti e feriti tra i giudei e le forze di sicurezza». Il ministero dell’Interno del Cairo ha confermato la notizia dell’attacco, affermando però che con «petardi» sono stati attaccati «agenti della sicurezza di guardia davanti all’hotel Tre Piramidi».

Il ministero ha precisato che non ci sono state vittime. Il gruppo «Provincia del Sinai», braccio egiziano dell’Is, ha rivendicato un altro attacco: quello alla conduttura che dal Sinai porta il gas in Giordania. In precedenza – lo scorso 31 ottobre – l’Isis aveva rivendicato l’abbattimento di un aereo russo esploso mentre sorvolava il Sinai.