Sono ottantuno le località che in tutta Italia aderiscono domenica prossima alla «giornata europea della cultura ebraica»: un giorno di «porte aperte» in musei, sinagoghe e antichi quartieri ebraici. Con qualche ritardo rispetto agli altri trentacinque paesi europei dove si è svolta nei giorni scorsi in Italia questa domenica ci saranno concerti, visite guidate, conferenze, mostre e assaggi di cucina casher.

CON QUESTA EDIZIONE, la diciottesima, la giornata della cultura ebraica conferma un successo crescente – oltre cinquantacinquemila i visitatori negli anni passati e i luoghi che partecipano all’iniziativa che continuano ad aumentare. Non solo quelli «canonici» dove sono le ventuno comunità ebraiche italiane ma anche centri, piccoli e grandi, che riscoprono e raccontano, grazie a questa occasione, parte del proprio patrimonio culturale. Sono spesso luoghi da cui gli ebrei italiani sono scomparsi da tempo ma in cui hanno lasciato tracce significative nella archeologia, nella toponomastica e nelle abitudini locali legate spesso, ad esempio, ai riti del lutto o della nascita.
Quest’anno il tema che unisce idealmente tutti gli eventi è La Diaspora. Identità e dialogo: «Uno spunto per scoprire la storia del popolo ebraico – spiegano all’Unione delle comunità ebraiche, coordinatrice per l’Italia della giornata – Un fenomeno la cui dolorosa complessità ha dato vita a importanti espressioni identitarie all’interno dell’ebraismo contribuendo alla creazione del melting pot culturale che la caratterizza oggi».

Un’attenzione particolare è rivolta alla Sicilia: a Palermo, città capofila, ma anche a Catania, Agira, Siracusa e Ragusa dove sono previste visite guidate, mostre, concerti e spettacoli teatrali. L’isola infatti fu luogo di incontro e di scontro delle culture del mediterraneo: fenici, arabi, normanni, spagnoli ed ebrei. Dopo che il parlamento siciliano tentò di opporsi senza successo al decreto di espulsione dei Re cattolici gli ebrei vennero cacciati dai domini spagnoli nel gennaio del 1493. L’editto, ora conservato nell’archivio comunale che domenica sarà aperto al pubblico, costrinse all’esodo oltre cinquanta comunità ebraiche siciliane. Per secoli, quindi, la vicenda degli ebrei siciliani è proseguita altrove, nella sinagoga di rito siciliano di Roma piuttosto che in quella di Salonicco, mentre le migliaia di ebrei che restarono furono costretti alla conversione.

ALCUNE DELLE INIZIATIVE palermitane – un convegno e il concerto Viaggio musicale tra le culture ebraiche – si svolgeranno proprio a Palazzo Steri che per secoli fu sede dell’Inquisizione e che conserva, all’interno delle celle, anche iscrizioni in ebraico. Un’attenzione particolare che Palermo ha conquistato grazie alla recente ricostituzione di un piccolo nucleo ebraico. Proprio al piccolo gruppo l’arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice ha concesso in comodato d’uso il seicentesco oratorio di Santa Maria del Sabato, visitabile domenica: è uno dei quei luoghi, pur cattolici, che nel ricordo del sabato celebra forse anche delle taciute memorie ebraiche e che oggi torna a essere un luogo di studio, cultura e preghiera per gli ebrei palermitani e la loro vocazione di apertura alla città.
A Roma, c’è un anticipo con la «notte della cabbalà»: musei e iniziative nell’ex quartiere ebraico che durano tutta la notte e che proseguono con il «Festival internazionale di Letteratura e Cultura ebraica». Il calendario completo delle iniziative è sul sito: www.ucei.it/giornatadellacultura.