È atteso per domani, 25 aprile, l’esame da parte del Consiglio di sicurezza dell’Onu di una risoluzione sul Sahara Occidentale presentata da Spagna, Usa, Russia, Regno Unito e Francian (i cosiddetti «Amici del Sahara») che punta a tamponare le crescenti tensioni nei territori occupati dall’esercito marocchino, nei quali non si è mai svolto il referendum per l’autoderminazione che le stesse Nazioni unite chiedono dal lontano 1966. In queste ore Rabat ha lanciato un’offensiva diplomatica su più fronti e sulla questione specifica sta provando a orientare il più possibile a proprio favore il testo della risoluzione, grazie al rinnovato appoggio di Parigi.

A tal proposito un centinaio di accademici e ricercatori internazionali hanno scritto una lettera aperta al presidente francese Macron (il testo integrale sul manifesto online), sottolineando le pesanti responsabilità della Francia nella mancata decolonizzazione del Sahara Occidentale e defininendo «inaccettabile» il modo in cui «ogni anno in aprile la Francia sostiene la posizione marocchina di rifiutare di estendere il mandato della missione di pace dell’Onu (Minurso) per il monitoraggio dei diritti umani e di impedire lo svolgimento di un referendum per l’autodeterminazione del popolo saharawi, obiettivo primario del “cessate il fuoco”».