In fondo, nonostante canti molto meglio delle sue colleghe o delle icone di ispirazione (l’amica nemica Madonna, in primis…), componga con uno stile decisamente più creativo stilose e iperaccessoriate canzoncine da dance floor, paradossalmente quando esce un nuovo album di Lady Gaga, tutto si fa meno che parlare di musica.

E non si sottrae nemmeno la sua terza raccolta, Art Pop (Streamline/Interscope Records), pubblicata ieri e già prima – ci fa sapere solerte l’etichetta, su iTunes in oltre 80 paesi. Quindici tracce inedite proposte in edizioni standard e deluxe dove Miss Germanotta mischia, con abilità va detto, arte e tecnologia, merchandasing e gusto per l’artificio.

E soprattutto, quando muove la «gioiosa macchina da guerra» promozionale non usa mezze misure. Un party colorato a New York (disponibile in streaming su Vevo http://vevo.ly/RFugl4), occasione anche per accogliere gli «ospiti»: cinque sculture dedicate a Lady Gaga dell’artista americano Jeff Koons che ha firmato la scultura che è sulla copertina del cd. E non solo, durante quello da lei definito «ArtRave», c’era Bob Wilson a proiettare dei videoritratti della cantautrice, mentre i due fotografi Inez & Vindooh (che hanno firmato tutte le immagini della cantante italo-americana diffuse in questi mesi) hanno realizzato altri lavori sul rapporto tra Gaga e la natura.

E poi Marina Abramovic, con cui la diva collabora da mesi, e addirittura un’altra sua creazione, Volantis, un abito «ecologico» con dei «motori ecologici ad elica che permettono di fare brevi spostamenti». Un’industria multitasking di cui la musica, appunto, diventa solo un appendice. Luccicante, certo, e magari molto glamour…