Intempestiva e inopportuna è la chiusura del servizio migranti di Aosta, avvenuto il 31 dicembre scorso.

Alias, centro comunale immigrati extracomunitari, nasce nel 1991 per rispondere ai bisogni dei primi migranti giunti in Valle d’Aosta. Gestito da venticinque anni dalla cooperativa sociale La Sorgente, il servizio ha svolto il suo compito in sinergia con altre agenzie sociali del territorio, in un lavoro di rete in collaborazione con la questura, la prefettura, la casa circondariale di Aosta, l’ufficio cittadinanza, gli assessorati regionali e comunali, i sindacati, i patronati, la Sovrintendenza agli studi, le scuole, l’Usl. Era organizzato da tre soggetti pubblici: il Comune di Aosta, capofila, il Celva (consorzio degli enti locali della Valle d’Aosta) e la Regione Autonoma Valle d’Aosta, che era il più importante finanziatore.

Le procedure per il rifinanziamento, in corso da maggio, con l’adozione della delibera di proroga della convenzione, avvenuta a settembre 2015 da parte del Celva, si sono arenate in Regione, quando la giunta non ha adottato la delibera per la prosecuzione del servizio. Le comunità straniere e la comunità valdostana hanno appreso la notizia dai giornali, il 10 dicembre scorso.

Le motivazioni dell’interruzione sembrerebbero essere legate a ragioni di razionalizzazione e riorganizzazione. Gli sportelli sociali, otto, diffusi su tutto il territorio regionale, organizzati quasi tutti con un operatore e un’assistente sociale, non formati per gestire l’operatività legata alle problematiche dei migranti, sarebbero spazi utili per integrare, con minor spesa, le prestazioni del servizio migranti sul territorio. Ma la transizione non è stata preparata né è gestita. Risultato: ad oggi non è dato sapere dove e a chi dovrebbero rivolgersi i migranti che giungono in Valle d’Aosta.

I dati di contesto restituiscono l’evidenza di un servizio necessario e insostituibile per la sua specificità, per la sua mission e per le competenze acquisite dai sei operatori, tre dei quali sono anche mediatori culturali.

Gli stranieri in Valle d’Aosta, nel 2014 erano 9.075, il 7,1% della popolazione residente, che è di 128.298 abitanti. Mentre 160 sono, oggi, i rifugiati o richiedenti protezione internazionale, pari allo 0,12 % della popolazione. È previsto, a breve, un aumento di 100 unità in base all’accordo fra il ministero dell’Interno e la prefettura.

La città di Aosta è il comune che ospita il maggior numero di stranieri nella regione, con 3.000 residenti. Nel 2014, al servizio sono stati registrati 6.400 passaggi e, nei primi dieci mesi del 2015, la media è stata di 520 passaggi al mese. Il servizio era l’unico che se ne prendeva carico. Una petizione lanciata su change.org, firmata da 977 sostenitori di tutto il mondo, ne chiede la riapertura.