Nessun incontro istituzionale tra Matteo Renzi e il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris. Ieri sera al San Carlo non è stata siglata la pace. Tra i due è in atto una guerra di nervi, cominciata con il varo dello Sblocca Italia e culminata nella rottura dopo la nomina di Salvo Nastasi commissario per la riqualificazione di Bagnoli, atto che ha estromesso il comune dai piani urbanistici che disegneranno l’area ovest della città. Il silenzio era stato interrotto da Palazzo Chigi dopo la riconferma del sindaco alle ultime amministrative: l’offerta di pace era stata subordinata all’accettazione del ruolo di Nastasi, condizione respinta da de Magistris.

Ieri, a metà pomeriggio, da «fonti di Palazzo Chigi» è stata fatta trapelare la disponibilità di Renzi a incontrare il sindaco, prima della serata speciale dedicata al tenore Jonas Kaufmann, ma la proposta nascondeva il veleno nella coda: il faccia a faccia, infatti, prevedeva la presenza del sottosegretario Claudio De Vincenti, del prefetto di Napoli e «del commissario di Bagnoli Salvo Nastasi».
Quasi immediata la replica di de Magistris, «lieto di questa intenzione» ma deciso a rifiutare: «Non si comprendono le ragioni per le quali un incontro istituzionale più volte richiesto debba necessariamente avvenire, a pochi minuti dal concerto, alla presenza irrinunciabile del commissario su Bagnoli. Prendo atto che non si vuole fare l’incontro». L’ultima richiesta il sindaco l’aveva fatta domenica su Rtl 102.5: «Sono assolutamente disponibile se gli uffici di Palazzo Chigi dovessero chiamarmi, anche un quarto d’ora prima dello spettacolo, con un’agenda ristretta o ampia».

Così al lirico partenopeo si sono ritrovati «divisi in casa» seduti nello stesso palco reale (e Mara Carfagna ha ironizzato: «Renzi e de Magistris, due bambini in età da asilo») mentre all’esterno c’erano gli scorti, come domenica a Catania. Insegnanti e attivisti si sono presentati al San Carlo per contestare Renzi. Sono i «deportati» della Buona Scuola, in rivolta da un mese, da quando cioè hanno scoperto che l’algoritmo del ministero li aveva spediti in giro per il nord beffando punteggi e diritti acquisiti. I movimenti e i comitati di Bagnoli si sono presentati al San Carlo con lo striscione «Da Catania a Napoli: sfiduciamo il governo Renzi» e «Napoli città ribelle». Le forze dell’ordine hanno presidiato l’area per l’intera giornata e ieri pomeriggio hanno stretto un cordone in un raggio di circa 150 metri, isolando il lirico partenopeo. I manifestanti sono stati respinti prima delle 20 a manganellate in Galleria Umberto (tra loro anche la consigliera comunale Eleonora de Majo) e poi su via Chiaia con una seconda carica molto dura. Gli attivisti di Bagnoli libera manifesteranno ancora il 23 settembre a Palazzo Chigi.

La giornata in Campana era iniziata nel primo pomeriggio a Battipaglia: il premier è arrivato in elicottero con la casertana dem Pina Picierno per visitare la Fos – Fibre ottiche sud, la fabbrica Prysmian. L’occasione è servita al governatore Vincenzo De Luca per fare pressione su Renzi per il caso Pd Napoli: De Luca non ha mosso un dito per mesi ma ora ha deciso di intervenire a bomba sulla segreteria provinciale. Seconda tappa San Tammaro per inaugurare un plesso della scuola Edmondo De Amicis. Location studiata per uno spot sui fondi stanziati dal governo per l’edilizia scolastica e la ricostruzione delle zone del terremoto. Ma anche qui è arrivata la contestazione da parte di una ventina di insegnanti con i cartelli «Concorso truffa, posti zero». Quindi visita alla Reggia di Carditello e poi il San Carlo.