La capitale giamaicana è in subbuglio per l’imminente visita in Giamaica del presidente degli Stati uniti Barack Obama, il quale incontrerà, il 9 aprile, i 15 membri del Caricom (Caribbean community). Il meeting precederà l’altro l’appuntamento del 10 e 11 aprile a Panama, che ospiterà il Summit delle Americhe.

In agenda lo sviluppo delle relazioni commerciali tra Usa e Caricom, turismo, lotta a criminalità e droga, energia e cambiamenti in atto a Cuba e Venezuela. Il nuovo clima che si respira, dopo il disgelo tra Casa Bianca e L’Avana, fa ben sperare ai fini della partecipazione di Cuba almeno al summit panamense. L’instabilità politica in Venezuela e l’alto tasso d’inflazione preoccupano non poco i partecipanti: ben 11 stati, tra cui la Giamaica, partecipano attivamente al programma venezuelano del Petrocaribe, che offre dal 2005 petrolio a prezzi scontati e pagamenti dilazionati. Per gli Usa è una tentazione ghiotta, quella di riportare Giamaica & Co. sotto il proprio controllo, e sminuire di conseguenza il ruolo dell’Alba. Saint Vincent & Grenadine, Antigua e Barbuda, St Kitts, St Lucia, Dominica e Grenada fanno parte ancora dell’Alianza Bolivariana.

Le autorità locali sono indaffarate a rafforzare le misure di sicurezza a Kingsdton, dove proprio in quei giorni si svolgeranno le celebrazioni del carnevale, con le strade invase dai carri e migliaia di supporter scatenati e ubriachi. Non mancano i soliti feroci litigi tra Pnp (partito di governo) e Jlp (opposizione) il cui leader Holness, accusa la premier Portia Simpson di non averlo ancora invitato. L’ultima visita di un presidente Usa nell’isola risale al 7 aprile del 1982, quando Ronald Reagan incontrò l’allora primo ministro Edward Seaga (Jlp), prezioso alleato contro Cuba nella fase finale della guerra fredda.