Alzi la mano chi non ha mai sentito parlare di Bombolo e delle coppie che ha formato con Enzo Cannavale e il commissario Monnezza/Tomas Milian. Negli anni ’70 e ’80 molti li conoscevano ma si nascondevano o si vergognavano di ammetterlo. Oggi è più facile che si esibisca la conoscenza e anche l’ammirazione per il cosiddetto “cinema spazzatura” perché magari fa anche chic. A sollevare questi quesiti ma anche a riaprire una querelle nella sostanza rimasta irrisolta ci pensa ora la prima biografia autorizzata di Bombolo scritta da Ezio Cardarelli E poi cominciatti a fa’ l’attore (ad est dell’equatore, pp. 176, euro 12), pubblicata grazie all’intraprendenza e a una linea originale e “aperta” di un piccolo editore napoletano. Bombolo, al secolo Franco Lechner (nato nel 1931 e scomparso nel 1987), diventò in quegli anni per i tanti che disprezzavano i b-movies italiani un’icona trash, l’attore/personaggio simbolo del cinema italiano di serie Z e quei pochi coraggiosi (tra i quali Marco Giusti, autore della prefazione alla monografia, Steve Della Casa e il sottoscritto) che analizzavano e studiavano in tempo reale il fenomeno della comicità popolare trasversale a vari generi sull’asse teorico abruzzesiano/nicoliniano e ne scrivevano soprattutto sulle pagine de “il manifesto”, diventarono una specie di avanguardia dada della critica incuranti dell’accerchiamento di intellettuali spocchiosi, prevenuti e snob. Poi naturalmente negli anni ci sono stati vari sdoganamenti.

Resta il fatto che Bombolo è entrato prepotentemente nell’immaginario nazional-popolare e appartiene di diritto alla storia del cinema italiano. E questo libro non fa parte di quei rituali corsi e ricorsi esegetici quando si decide di riesumare qualche personaggio o qualche argomento per riproporre stantie polemiche. E’ un omaggio dovuto, la ricostruzione di un’avventura cinematografica sui generis che diventa anche uno spaccato dell’Italia e del nostro cinema degli anni ’70 e oltre. Scrive Giusti nella sua prefazione intitolata Tzé, Tzé (da un famoso intercalare con difetto di pronuncia dell’attore): “Il fatto è che Bombolo non era esattamente un attore, era qualcosa di reale, di pesantemente vitale e scatenato, precipitato nel pieno del teatro e del cinema comico italiano degli anni ’70 e primi ’80. Come un meteorite”. Oltre tutto è un libro frutto della passione autentica di un fan di quel cinema, di una full immersion nel mondo di Bombolo di chi non fa il critico o studioso di cinema per mestiere. Ezio Cardarelli infatti è un poliziotto di professione, scrittore per passione, al suo esordio letterario, esi è occupato di attività sindacali.

‘Scortato’ dall’incoraggiamento di Tomas Milian conosciuto nel 2009 a dare corpo e forma al progetto editoriale che gli aveva confidato e, mentre scriveva il libro, dall’insospettabile apprezzamento dell’attore e regista americano Eli Roth per quel cinema italiano, per Bombolo e in particolare per W La Foca di Nando Cicero, l’autore si è convinto sempre di più della validità dell’operazione. E stemperando la comprensibile smania che assale gli esordienti di dimostrare le proprie qualità letterarie, si è fatto umile ricercatore che ha attraversato in lungo e in largo il mondo artistico e privato di Bombolo raccogliendo con pazienza materiali rari (c’è persino l’atto notarile originale con il quale Franco Lechner dichiarava di essere Bombolo) e testimonianze esclusive, integrando documenti cartacei e fotografie messi a disposizione dalla famiglia, racconti orali e interviste con quanti hanno lavorato con lui o comunque lo conoscevano.

E poi cominciatti a fa’ l’attore (che esce il 19 e sarà presentato a Napoli alla libreria Ubik il 3 dicembre) è strutturato in capitoli brevi (Vengo dall’accademia de Modena, Ammazza quanto so’ boni ‘sti canadesi, Du’ ore de ritardo ma dieci giorni d’anticipo, A nonna, stasera famo ‘na festa a casa tua sono i titoli di alcuni) con il dialetto romanesco che la fa da padrone restituendo con un’incisività impareggiabile dialoghi, battute, episodi, racconti. Eripercorre la parabola artistica e umana dell’attore facendo rivivere con la forza icastica dell’aneddoto preferibilmente in dialetto con espressioni gergali estreme e simpatiche storpiature compreso il cominciatti del titolo, le origini umili, l’infanzia povera, il precariato sottoproletario giovanile quando faceva il piattaro con un carrettino, la scoperta al ristorante Picchiottino da parte di Pingitore e Castellacci che poi lo fecero esordire con il Bagaglino, l’exploit cinematografico lavorando a ritmo frenetico (una quarantina di titoli dal 1976 al 1986) grazie allo stesso Pingitore specialista delle commedie con Pippo Franco, a Bruno Corbucci che nella serie delle commedie poliziottesche con Tomas Milian, gli cucì addosso il personaggio di Venticello che interagiva con er Monnezza a suon di schiaffi, a Mariano Laurenti piccolo maestro della sexycommedia all’italiana, che per lui creò un sodalizio artistico con il grande attore napoletano Enzo Cannavale. E poi il teatro, la televisione. Una biografia che va oltre cinema perché c’è Roma con il suo cuore antico, le sue trasformazioni culturali e di costume, vissuta da Bombolo intensamente in un arco di oltre 40 anni. E la forza del libro sta proprio nel modo discreto con cui Cardarelli finalizza il suo ruolo di narratore a un piacevole e appassionante viaggio nel quale ci fa guidare da un’icona della romanità.