La questura di Vicenza ha aperto un’indagine interna per valutare il comportamento del poliziotto che lunedì ha fermato con una presa al collo un ragazzo cubano di 21 anni, Denis Jasel Guerra Romero, che si era rifiutato di mostrare i documenti. «Ovviamente le tecniche usate dall’agente vanno inserite in un contesto di carattere puntuale e particolare che sarà verificato senza alcun tipo di problema e senza remore» ha assicurato il questore, Antonino Messineo, per il quale il comportamento dell’agente non sarebbe stato dettato da motivazioni razziste. Ieri intanto il tribunale di Vicenza ha confermato l’arresto del giovane cubano, accusato di violenza e resistenza a pubblico ufficiale e fissato l’udienza per direttissima per il 18 settembre.

La vicenda ha inizio lunedì quando in pazza Castello arriva una volante chiamata per sedare una rissa tra due italiani. Secondo la versione fornita dalla polizia, mentre gli agenti stavano operando alcuni ragazzi prevalentemente di origine straniera si sarebbero avvicinati e avrebbero cominciato a sbeffeggiare gli agenti. Che prima gli avrebbero chiesto di allontanarsi e di non usare i telefonini, cosa che Denis Jasel Guerra Romero si sarebbe rifiutato di fare prendendo in giro l’agente. Una versione smentita però da Romero, secondo il quale il poliziotto lo avrebbe strattonato.

Gli attimi successivi sono stati ripresi dai telefonini della molte persone presenti. L’agente afferra con una presa al collo Romero che prima di cadere a terra prova divincolarsi con degli strattoni. Poi riesce a liberarsi ma viene fermato dagli agenti di una seconda volante sopraggiunti nel frattempo. Il poliziotto rimane invece a terra e in seguito viene medicato in ospedale.

Quelle riprese con i cellulari dai molti testimoni sono immagini choc che fanno il giro della rete. Vi sono impressi gli attimi in cui il poliziotto dopo aver seguito per un tratto di strada Romero che prova ad allontanarsi, improvvisamente lo afferra al collo per poi cadere entrambi a terra.

Immagini che inevitabilmente richiamano alle mente quanto accaduto lo scorso mese di maggio a Minneapolis e la tragedia di George Floyd e che adesso entreranno a far parte delle indagini insieme a quelle registrate dalla telecamere di sicurezza. Per questo il giudice ha dato tempo alle parti per raccogliere testimonianze e ulteriori immagini, a sostegno delle tesi che verranno portate in aula a settembre.
Ieri durante l’udienza di convalida dell’arresto una quarantina di attivisti dei centri sociali ha dato vita a una manifestazione pacifica a sostegno di Romero esponendo davanti al tribunale uno striscione con la scritta «Basta abusi in divisa». Il legale del giovane cubano non ha escluso che in un secondo momento «la famiglia del 21enne possa decidere di fare causa nei confronti dell’agente».