Non sembra avere fine il duello, ora a distanza, tra la giustizia russa e il volere, secondo alcuni, di Vladimir Putin e uno degli uomini più ricchi del paese, Mikhail Khodorkovski.

La giustizia di Mosca infatti ha dichiarato «arrestato in contumacia» per omicidio il fondatore di Yukos, Khodorkovski, già noto alle cronache perché fu rilasciato due anni fa dopo aver trascorso 10 anni in carcere per evasione fiscale ed è riparato all’estero.

Molti considerano l’ex petroliere un perseguitato politico perché nemico politico di Vladimir Putin. Khodorkovski, 52 anni, da alcune settimane è indagato per l’omicidio del sindaco di una cittadina siberiana risalente al 1998.

Dopo la «grazia» di Putin nel 2013 il miliardario era subito uscito dal paese per recarsi in Germania. E ora – esiliato a Londra – è «arrestato in contumacia» per l’omicidio di un sindaco di un paese siberiano, per il quale era già stato condannato all’ergastolo proprio il capo della sicurezza della Yukos, l’azienda del magnate.

Secondo quanto trapelato dalle agenzie di stampa internazionali secondo il miliardario russo, dietro questo nuovo problema con la giustizia russa, ci sarebbero motivazioni di natura politica.
Khodorkovski avrebbe riferito di «motivazioni politiche», così come i suoi sostenitori, secondo i quali la riapertura del caso a 17 anni di distanza sia una vendetta per le informazioni rivelate dalla sua fondazione Open Russia a proposito di eventuali legami tra mafia russa e personalità politiche e del mondo dell’economia russa, vicine a Putin. Il portavoce del miliardario ha respinto le accuse, specificando che non ci sarebber alcuna conferma delle voci circa una potenziale bancarotta dell’azienda di Khorodovsky. L’avvocato di Khodorkovsky Vadim Klyuvgant – inoltre – ha detto che saranno i paesi stranieri a decidere se rispettare la richiesta che arriva da Mosca.