Essere fuori dal coro, si sa, costa caro. Ne ha fatto le spese il noto rocker venezuelano Paul Gillman, colpevole di aver sempre espresso apertamente il sostegno al socialismo bolivariano. Ieri è stato espulso dal festival internazionale “Al Parque” organizzato a Bogotà: per problemi di «etica», hanno dichiarato gli organizzatori. Nessun problema di «etica», invece per le sparate razziste del duo Chyno e Nacho, che assumono il secolare disprezzo delle élite bianche ispirate dagli Usa nei confronti di quanti hanno sempre subito (indigeni, afrodiscendenti e settori tradizionalmente esclusi). Il duo è in prima fila nelle proteste violente contro il governo, in corso da un mese.

«Pupucrazia», secondo il sociologo Alvaro Rangel, ricercatore del Centro Latinoamericano de Análisis Estratégico (Clae): nel senso che danno battaglia a colpi di «puputov», la bomba di escrementi rinforzata con pietre, che ieri ha ferito altri poliziotti. La «pupucrazia» si è manifestata anche negli Stati uniti e in Europa. Vicino al consolato venezuelano in Florida, la polizia ha arrestato 12 persone del gruppo «Hediondo a mierda» e ha sequestrato materiale fecale. In Venezuela, le autorità sanitarie hanno invitato le destre alla ragione, anche per via delle malattie, in un paese dalle alte temperature.

«Se tiravate i cervelli, facevate prima», ha detto il presidente Maduro, impegnato negli incontri per l’Assemblea costituente. Un percorso la cui consultazione popolare, diretta e segreta, non ostacola le elezioni regionali, tantomeno le presidenziali, previste per il 2018 e confermate ieri da Maduro: «Le vinceremo – ha detto – qui non governa Temer (il presidente de facto brasiliano, ndr), qui governa la rivoluzione».

Intanto continuano le proteste dell’opposizione, dentro e fuori il paese. Per chiedere il blocco economico all’Unione europea (terzo socio commerciale dopo gli Usa e la Cina), le destre hanno manifestato a Bruxelles. In Italia, Capriles si esibirà a Firenze il 18, in un incontro organizzato da Fratelli d’Italia e dal Pd. A Caracas, è stato arrestato un poliziotto affine alla Mud, accusato di aver gettato gas urticante su alcuni pensionati per accusare il governo della «repressione». Su questo, il racconto della stampa internazionale è a senso unico: in Venezuela è in corso «una guerra civile», Maduro si deve dimettere, il socialismo è fallito. Per capire quel che accade, basterebbe leggere l’intervista rilasciata a Efe dal miliardario cubano- venezuelano Gustavo Cisneros sugli interessi in gioco in Venezuela. «In Venezuela – ha detto il presidente cubano Raul Castro – si gioca la battaglia decisiva per la sovranità, l’emancipazione, l’integrazione e lo sviluppo della Nostra America».