Con le accuse di turbativa d’asta, truffa e tentata truffa è finito ieri ai domiciliari il sindaco di Priolo, Antonello Rizza, candidato alle regionali siciliane con Forza Italia nella coalizione che sostiene Nello Musumeci.

Secondo il gip, Rizza farebbe parte di un «consolidato sistema di illegalità diffuso all’interno e all’esterno dell’amministrazione comunale». La procura avrebbe individuato una serie di appalti finiti a imprenditori vicini al sindaco.

Rizza è già coinvolto in quattro processi per un totale di 22 capi di imputazione, un record. Il commissario di Fi in Sicilia, Gianfranco Miccichè, bolla l’arresto come giustizia a orologeria, mentre il capogruppo azzurro in regione, Marco Falcone, dà la colpa agli «inserimenti dell’ultimo momento».

Nonostante il curriculum del sindaco di Priolo fosse noto a tutti. Giovedì è stato condannato per concorso in abuso d’ufficio a un anno e 4 mesi (con l’interdizione dai pubblici uffici) Carmelo Pino, ex sindaco di Milazzo, candidato con Fratelli d’Italia alle prossime regionali, anche lui a supporto di Musumeci.

Rizza e Pino non sono le uniche presenze imbarazzanti. La commissione parlamentare Antimafia ha aperto un’istruttoria sugli impresentabili ma l’esito arriverà a elezioni già svolte.

I 5Stelle, che hanno consegnato un elenco di 16 nomi sospetti, chiedono alle procure e alle forze dell’ordine di «trasmettere al più presto le loro risultanze sui candidati all’Antimafia». Poi ci sono nelle retrovie gli ex governatori Totò Cuffaro e Raffaele Lombardo (l’uno condannato in via definitiva e l’altro sotto inchiesta per mafia) impegnati ad aiutare il centrodestra.

Musumeci, dato in vantaggio nei sondaggi, scarica tutto su Fi: «Rizza era venuto da noi tre volte per farsi inserire nella mia civica ’Diventerà Bellissima’ e abbiamo detto di no. Servono liste pulite».

Lo sfidante 5S Giancarlo Cancelleri, ribatte: «Fi è collegato alla sua candidatura. Ogni giorno un candidato di Musumeci si sveglia e sa che potrebbe essere condannato o arrestato».

L’avversario dem (fermo al 22%), Fabrizio Micari, liquida la difesa di Musumeci con «prende per scemi i siciliani».