Svolta nell’indagine sulle «spese pazze» in Regione Liguria. Ieri l’ex capogruppo dell’Idv ed ex vicepresidente della giunta regionale Nicolò Scialfa è stato arrestato con ordinanza di custodia cautelare. Scialfa, indagato da circa un anno con tutto il gruppo consigliare di Di Pietro, è agli arresti domiciliari per «pericolo di reiterazione del reato». Per la Procura Scialfa, con l’ex tesoriere del partito Giorgio Delucchi, avrebbe distratto dai fondi del gruppo circa 70 mila euro e avrebbe falsificato due verbali di rendicontazione. In un caso l’ex tesoriere avrebbe anche posto la firma falsa del consigliere regionale Stefano Quaini. Tra il 2010 e il 2012 gli indagati avrebbero effettuato acquisti per migliaia di euro: dal parrucchiere alla lavanderia, dai ristoranti dai gioielli, da capi di abbigliamento ai vini pregiati. I consiglieri erano sotto intercettazione a causa di un’inchiesta costola su false sponsorizzazioni a una società dilettantistica di calcio collegata al marito di Fusco, l’ex coordinatore regionale del partito Paladini. E sapevano di essere intercettati. Nonostante questo, dalle loro conversazioni trapelano diversi elementi. «Se il capogruppo fa delle spese improprie non ho voglia di prendermi io la responsabilità» dice Piredda al tesoriere. A ottobre 2012 il gruppo dell’Idv aveva già speso l’intera somma a disposizione per l’anno, 230 mila euro, al punto che vi furono problemi a pagare i compensi dei cinque dipendenti del gruppo. Ci pensò poi di tasca propria uno dei consiglieri indagati, Maruska Piredda. Nelle perquisizioni i finanzieri avrebbero trovato alcuni riscontri alle indagini. A casa di Scialfa sono stati trovati una decina di libri e una borsa, solo una minima parte degli oltre 1.400 euro per romanzi e riviste, mai trovati negli uffici della Regione. «L’impressione […]- scrive il gip nell’ordinanza – è che gli indagati abbiano considerato i contributi ricevuti dalla Regione come un’integrazione del loro trattamento economico e, in particolare, come un’indennità forfettaria, disponendone di conseguenza come se ne fossero i proprietari».