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Arrestato in Germania Hanefija Piric «Paraga», uccise i volontari Sergio Lana, Guido Puletti e Fabio Moreni

Arrestato in Germania Hanefija Piric «Paraga», uccise  i volontari Sergio Lana, Guido Puletti e Fabio Moreni

Guerra in Bosnia/Italia Ieri mattina è stato arrestato presso l’aeroporto internazionale di Dortmund Hanefija Prijić (Paraga), cittadino bosniaco di 52 anni. L’uomo è il responsabile dell’uccisione di tre volontari italiani avvenuta il 29 […]

Pubblicato quasi 9 anni faEdizione del 29 ottobre 2015

Ieri mattina è stato arrestato presso l’aeroporto internazionale di Dortmund Hanefija Prijić (Paraga), cittadino bosniaco di 52 anni. L’uomo è il responsabile dell’uccisione di tre volontari italiani avvenuta il 29 maggio del 1993 a Gornj Vakuf, nella Bosnia centrale. Fabio Moreni, Sergio Lana e Guido Puletti facevano parte di un convoglio umanitario diretto alla cittadina di Zavidovići, con la quale i volontari del «Coordinamento iniziative di solidarietà con l’ex Jugoslavia» avevano stretto legami di amicizia e aiuto sin dall’inizio della guerra in Bosnia Erzegovina. Il convoglio era stato fermato dagli uomini del gruppo di Prijić sulla cosiddetta «strada dei diamanti», tra Gornji Vakuf e Travnik. Dopo aver derubato i volontari degli aiuti destinati alla popolazione, i soldati avevano ucciso Fabio Moreni, Sergio Lana, e il giornalista Guido Puletti. Gli altri due volontari che facevano parte del convoglio, Christian Penocchio e Agostino Zanotti, si erano salvati fuggendo nel bosco e rifugiandosi poi nella sede dei caschi blu scozzesi a Bugojno. Prijić era il comandante del Terzo battaglione della 317ma brigata dell’esercito della Bosnia Erzegovina (Armija BiH). Nel 2001 la giustizia bosniaca lo ha riconosciuto responsabile delle uccisioni dei volontari italiani condannandolo ad una pena di 15 anni, poi ridotti in appello a 13. Il condannato era stato poi ammesso ai benefici della semilibertà. Prijić non ha mai rivelato i motivi della barbara uccisione dei volontari, né la giustizia bosniaca ha mai arrestato i due esecutori materiali della strage. All’unità criminale da lui comandata, la «Zulfikar», apparteneva anche una donna, Rasema Handanović Zolja, presente sul luogo delle uccisioni e che, secondo le testimonianze dei sopravvissuti, agiva come il vice di Prijić. Neppure il suo ruolo è mai stato chiarito dalla giustizia. Secondo i media bosniaci, che riportano le dichiarazioni del console generale della Bosnia Erzegovina a Francoforte, Dževad Saldić, l’arresto di Prijić è avvenuto su mandato internazionale richiesto dall’Italia. La rapida estradizione dell’arrestato potrebbe permettere alle autorità italiane di chiarire gli aspetti della vicenda rimasti finora oscuri, di individuare gli autori materiali della strage e di rispondere alla domanda che da anni tormenta familiari e amici delle vittime: «Perché?»

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